SAN PIETRO VERNOTICO – “La biblioteca Melli riaprirà il 1 novembre p.v. per 18 ore settimanali”. A renderlo noto è stato il sindaco Pasquale Rizzo che, durante l’incontro “Melli: passato, presente e futuro” tenutosi ieri presso la stessa biblioteca, ha comunicato ai presenti quanto avverrà nei prossimi giorni. “Questa – ha affermato Rizzo – vuole essere testimonianza della collaborazione continua tra Università e territorio”. Si ricorda a tal proposito che, tra i relatori invitati, era presente il docente di filosofia all’Università del Salento prof. Domenico Fazio il quale, così come ha raccontato e ricordato, ha iniziato ad interessarsi al fondo Melli sin dagli anni’80. Fazio ha difatti collaborato unitamente al Comune sanpietrano, con Rollo come sindaco, al fine di rivalutare il patrimonio del Melli. “Chiedo scusa – ha poi confessato Rizzo – se l’evento non è stato pubblicizzato come dovuto, ma non volevamo rimandare ulteriormente la data di apertura. La storia di questa biblioteca è stata controversa e, purtroppo, rispecchia l’indole di noi sanpietrani che siamo restii a valorizzare quanto abbiamo di più caro”. Il sindaco ha poi ricordato quanto fatto dalla precedente amministrazione: “Quando le cose sono fatte bene e per il bene del paese è doveroso riconoscerne i meriti e l’ex sindaco Rollo si è speso affinché l’amata biblioteca potesse rivedere la luce”. Anche il prof. Fazio ha ricordato, tra le altre cose, come l’amministrazione Rollo avesse cercato di dar ulteriore lustro al patrimonio culturale istituendo il premio di laurea Melli, il quale non ha più avuto alcuna edizione successiva. “Sarebbe bene – ha affermato il docente universitario – che si riproponesse quel premio”. Al termine dell’incontro sono stati poi distribuiti gli attestati di partecipazione al corso “Lavorare in biblioteca” tenutosi questa estate presso la biblioteca comunale. Si potrebbe concludare con una frase-monito lanciata da Evi Galiano, della biblioteca provinciale di Brindisi: “è bello avere una biblioteca ordinata, ma a poco serve se non è vissuta”. Ai posteri l’ardua sentenza.
