“CERANO METTE IN GINOCCHIO IL PAESE”

CAMINI SPENTI: I CITTADINI SI ESPRIMONO

 

di MARCO MARANGIO

TORCHIAROLO – “E’ Cerano a mettere in ginocchio il paese”. Questa è la categorica espressione che molti cittadini di Torchiarolo esprimono a riguardo del tanto discusso tema che ruota attorno all’ordinanza che vieta l’accensione dei caminetti domestici.
Il clima che si respira girando per le vie del paese risulta essere sin troppo rassegnato dinanzi a questa problematica. Molti cittadini rifiutano di esprimere la propria opinione, rispondendo il più delle volte “tanto ormai non cambia nulla”. Altri, invece, vedono il divieto dei fuochi come una sfida tra Enel e amministrazione comunale e che, la prova di non accendere alcun tipo di fuoco, può anche essere positiva se al termine della stessa si avrà un risultato chiaro ed oggettivo. Ma il concetto di fondo che permane è unico: i camini centrano ben poco.
“Sono anni che esiste la centrale Federico II e soltanto ora esce fuori che la colpa è dei camini?”, si chiacchiera nei bar di via Umberto I. Ed ancora: “Viviamo qui da oltre sessant’anni ed il fatto ci risulta nuovo nonché assurdo, soprattutto se si pensa che prima si usavano i camini molto più di oggi. Adesso il camino è un accessorio, prima era la principale fonte di calore.”
Di maggiore rilevanza sono le dichiarazioni, a tratti sofferte, di Cosima Quarta.
“Non possono dirci ancora che il danno ambientale è causato dai camini. Prima si cucinava e ci si riscaldava dinanzi al camino e si usava continuamente. Ci si chiede quanto può incidere, oggi, il fumo emesso dalle canne fumarie domestiche, piuttosto che il fumo espulso senza sosta da Cerano e Montedison. Mi sembra una presa in giro. Invece, ci costringono a spegnere i caminetti. Allora, inviterei tutti a convincere mia madre che, con i suoi ottant’anni, non vuole convincersi di questo divieto. Quanti cittadini devono ancora soffrire perché questo scempio finisca? Io stessa sono malata di tumore e sono continuamente alle prese con la chemioterapia. A Torchiarolo, all’interno di ogni famiglia, c’è almeno una persona malata di neoplasia. C’è chi ha perso la moglie, chi i propri genitori e questo testimonia che  il tasso di mortalità è dilagante”.
Anche il mondo giovanile sembra essere attento all’ordinanza, sentendosi ovviamente partecipi di questa decisione.
“Con questo divieto – commenta Giovanni Greco – forse si capirà il mistero di Torchiarolo. Sono tre giorni che i camini sono spenti ed i dati Arpa, così come si evince dal sito che ho controllato poco fa, risultano essere ugualmente alti nonostante il settanta percento dei camini spenti. Il sindaco, che a mio parere ha fatto una scelta giusta, ha voluto soltanto fare una controprova per vedere il 31 gennaio che cosa si evince, ma è sotto gli occhi di tutti che i fuochi domestici non contano affatto. A tal punto, sarebbe opportuno che si spegnessero i camini di Enel e vederne i risultati”.
“Per essere corretti – afferma Giovanni Maiorano – un esperto di Cerano dovrebbe venire qui a Torchiarolo e calcolare l’inquinamento, ed un esperto del paese dovrebbe recarsi alla Federico II e di controcanto tenere sott’occhio la situazione”.
“E’ assurdo – continua Riccardo Serinelli – come Torchiarolo, di appena cinquemila anime, presenti lo stesso tasso inquinante di Milano. Crediamo ancora che siano i camini?”
Il comune denominatore della contestata ordinanza, seppur visto da angolazioni differenti, è unico per tutti: i camini sono l’ultima fonte di inquinamento. Intanto si attende con ansia il 31 gennaio per vedere, dati alla mano, i risultati di questa contestata prova.

Senzacolonne 20/01/2011

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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