“IRON MAN-IA”: TUTTI PAZZI PER TONY STARK

demoni e geni dei primi due film

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Quando si parla della Marvel, la famosa casa editrice di fumetti, vengono subito in mente Spider Man , Hulk, e gli X-Man. Un supereroe, invece, che fino a poco tempo fa è rimasto nell’oblio e che, solo di recente, sta acquisendo sempre più fama è Iron Man; sicuramente merito della personalità effervescente di Robert Downey Jr. che ha saputo, con la sua spontaneità ed ironia, recitare divinamente, rendendo reale l’incarnazione del personaggio Marvel. L’industriale ed inventore Tony Stark, (Robert Downey Jr.) rapito in Afghanistan costruisce un’armatura robotica, alimentata da un reattore che produce energia (il reattore Arc), per salvarsi e fuggire; questa drammatica esperienza lo cambierà per sempre “forgiando” così Iron man. Non è il solito supereroe con superpoteri, ma è l’uomo che si è fatto da solo grazie al proprio ingegno, è l’uomo che si è costruito addosso il supereroe. Jon Favreau, regista dei due primi film, nonostante la sua poca esperienza dietro la cinepresa, ha saputo dare, insieme agli sceneggiatori Matk Fegus e Hawk Ostby, un tocco di originalità, conciliando comicità e azione. Nel primo film scopriamo la nascita del supereroe, la metamorfosi di Tony Stark, da imprenditore dell’industria bellica a paladino del bene. Il nemico da combattere è Iron Monger, interpretato da Jeff Bridge che inquieta sin dal primo sguardo. Eccezionale l’attrice Gwyneth Paltrow che interpreta la segretaria e in un certo senso la “badante” di Tony Stark, Pepper Potts. La sceneggiatura è scorrevole, su di essa ha lavorato anche lo stesso Robert Downey Jr. ; ottima la scelta delle musiche, gli AC/DC ci vanno a nozze. Gli effetti speciali e il montaggio sonoro sono notevoli, il design dell’armatura lascia a bocca aperta così come la casa super tecnologica di Tony Stark. Ma ciò che colpisce, più della storia, è la complessità e lo studio fatto sul personaggio, eccentrico e contraddittorio, sicuro di se e geniale; la caratura dell’attore è stata dunque essenziale per mettere in rilievo la psicologia di Tony Stark. Il film, inoltre, fa riflettere su come le scoperte scientifiche e il progresso tecnologico possano, nelle mani sbagliate, diventare una minaccia.  Nel secondo film si perde l’originalità del primo e la ripetitività è dietro l’angolo; Robert Downey Jr. è quello di sempre, ma purtroppo la sceneggiatura sembra avere dei punti morti e risulta a tratti discontinua. Scelta azzeccata è quella dell’attore Mickey Rourke che veste i panni del cattivo, l’elettrizzante Whiplash, mentre Sam Rockwell interpreta Justin Hammer il fornitore di armi dei super cattivi. L’espressività di Rourke è di alti livelli, la sete di vendetta nei confronti di Stark si legge facilmente nei suoi occhi; l’attore che nel primo film interpretava War Machine, Terrence Howard nel secondo viene sostituito da Don Cheadle. Piccola chicca per gli appassionati dei fumetti è la valigetta che si trasforma in armatura. Ciò che è cambiato, rispetto al primo, è qualche new entry nel cast come anche lo sceneggiatore ma il messaggio che manda è sempre lo stesso; l’aumento delle scene d’azione e dei combattimenti non giova alla sceneggiatura, il film,vittima del successo, è decisamente inferiore al precedente.

di Michele De Lorenzo

 

 

 

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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