LA GUERRA DEL VINO: IN RICORDO DELLA RIVOLUZIONE

di MARCO MARANGIO

SAN PIETRO VERNOTICO – La rivoluzione agraria del ’57 ha ripreso vita tra mostre fotografiche e documentaristiche. E’ accaduto a San Pietro Vernotico presso la sala delle cantine Angelini nella quale si è svolta la presentazione del libro, con annessa galleria, “La guerra del vino”.
Il testo , scritto da Alfredo Polito e Valentina Pennetta, si presenta come un viaggio di carattere storico attraverso il quale si racconta quella che è stata definita dalla stampa dell’epoca “La rivolta dell’uva”, la famosa rivoluzione popolare scatenata dal basso prezzo di acquisto dell’uva che, nel corso della crisi vinicola del 1957, coinvolse i braccianti dei paesi a sud della provincia di Brindisi in particolar modo i paesi di Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Cellino San Marco e San Donaci.
Il tutto si fonda chiaramente su uno studio attento e testimoniato dagli archivi che documentano, anche nel piccolo, cosa hanno significato quelle giornate per molti nostri conterranei e compaesani. Studio, che ha visto le proprie fondamenta, non soltanto in un nutrito archivio fotografico, ma anche su due articoli che si sono rivelati fondamentali per il completamento dell’opera: “Rosso a mezzogiorno”, apparso sul giornale “La nuova Repubblica”, e “Il vino che non è vino”, pubblicato su “Voce del Popolo”. Una rievocazione è stata fatta, ad esempio, con un telegramma inviato da Palmiro Togliatti a tutte le famiglie che durante i giorni di rivoluzione avevano perso qualche caro, oppure attraverso un articolo di Giorgio Napolitano apparso su “L’Unità” con il quale tentava di smorzare gli animi.
Oltre al sindaco Pasquale Rizzo, sono state presenti le autorità istituzionali di competenza del settore come Angelo Maci, presidente Consorzio di tutela del Salice Doc e Dario Stefano, assessore  alle Risorse Agroalimentari della regione Puglia. Quest’ultimo ha meglio delineato lo scopo del progetto “De vino veritas” che è stato finanziato dalla stessa Regione Puglia nell’ambito della prima edizione del bando di “Principi attivi”.
“Il nostro studio per la stesura del libro – spiega Alfredo Polito – ci ha consentito di riportare alla memoria i fatti accaduti nel ’57. Tutto ciò ci serve per ragionare su quello che è il presente e quello che sarà il futuro, partendo proprio da un’attenta rilettura del passato. Non siamo degli storici, abbiamo soltanto analizzato specificamente quindici giorni di un determinato periodo che è stato fondamentale per la storia, non solo di questo territorio,  ma dell’Italia stessa. Nonostante tutto possiamo fare dei paragoni. Infatti, in mostra, abbiamo esposto un documento in cui si evince che un cofanatore, all’epoca, veniva pagato mille lire e tutta questa situazione succede perché un quintale d’uva viene pagato  mille e cinquecento lire, rilevando che il rapporto giornata-lavoro era di uno a tre. Attualmente, invece, un cofanatore guadagna cinquanta euro ed un quintale non viene pagato tre volte tanto, quindi 150. Sotto questo punto di vista la situazione è sicuramente peggiorata. Però, al tempo stesso, appare chiaro che l’economia italiana non si basa più esclusivamente sulla coltura degli olivi. Il nostro è quasi un monito per la difesa ai diritti, perché i contadini attraverso queste proteste non chiedevano altro che il rispetto per i loro diritti. Chiedevano di essere pagati quanto venivano pagati nell’anno precedente. Nient’altro”.

Senzacolonne 15/12/2010

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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