QUALITÀ ARIA: TRA CERANO E “FUMATE NERE”

la centrale "Federico II" di Cerano

la centrale “Federico II” di Cerano

Se trent’anni fa ci avessero detto che la nostra bellissima terra sarebbe diventata una delle zone più inquinate d’ Europa non ci avremmo creduto. Tuttavia ,a distanza di tempo dalla costruzione del più grande colosso energetico europeo, siamo costretti a fare i conti e a combattere contro una realtà ambientale la cui destinazione sembra essere quella del degrado. Non c’è bisogno di presentazioni,il riferimento e’ chiaro: parliamo della centrale Enel Federico ll che,costruita nel 1982 nei pressi di cerano, produce autonomamente circa un terzo di tutto il biossido di carbonio immesso in atmosfera dall’intera economia nazionale,oltre 890 milioni di tonnellate per anno di emissioni di anidride carbonica. Interamente alimentato a carbone,l’impianto è entrato in funzione nel 1990 raggiungendo una potenza complessiva di 2640 MW. Occupando uno spazio di ben 270 ettari ,l’impianto è dotato anche di un nastro trasportatore contro cui le critiche si sprecano, lungo ben 13 km che parte nei pressi del porto di Brindisi e che è in grado di trasferire 2000 tonnellate per ora di combustibile alla centrale. Il percorso che il carbone deve fare prima di arrivare alla centrale garantisce una sicura dispersione di polveri sottili che il vento, una peculiarità della nostra terra ,disperde su tutto il Salento. Risale, infatti, al 2007 l’ordinanza che il sindaco di Brindisi, ha deliberato con cui si vieta di coltivare i terreni a ridosso della centrale ; con la conseguenza che, quei poveri agricoltori ,che un tempo soddisfacevano al fabbisogno familiare grazie ai prodotti di quei campi, ora sono strozzati dal gravoso peso fiscale. La portata inquinante dello stabilimento è così elevata che le sue emissioni potrebbero essere messe a confronto con quelle degli usa. Vi domanderete:”come fa la centrale a emettere una quantità così elevata di fumi?” La risposta è quasi ovvia. Numerose foto, infatti, testimonierebbero come la quantità di fumi neri, che fuoriescono dal camino durante la notte, sia superiore di quella che si osserva di giorno. Ciò ci fa capire come la possibilità che in quelle ore vengano bruciati prodotti molto più tossici e inquinanti rispetto a quelli bruciati durante il mattino sia indubbia. Non ci spigheremmo altrimenti perché l’ARPA abbia messo a primo posto la centrale nella classifica degli stabilimenti più inquinanti d’Italia. C’è da dire ,inoltre, che un posto di tutto riguardo la Puglia è riuscito a guadagnarselo anche nella classifica per le zone con il maggior numero di tumori causati dall’inquinamento industriale. Il riferimento è anche all’ILVA di Taranto, lo stabilimento più grande di tutta l’Europa per la produzione siderurgica. Emblematici, in tal senso, sono i dati del presidente della lega antitumori Giovanni Serravezza, secondo cui quasi otto persone su dieci convivono con il cancro.
Torchiarolo è il paese, dopo cerano, più colpito dalla centrale. Anche se sembra che la nostra comunità, non si sa per quale fantomatico motivo, non ne dia più il giusto peso, non bisogna dimenticare che il nostro è il comune dove sono stati rivelati superamenti di particolato maggiori di quelli rilevati in città come Verona e Milano. A tal proposito, dopo le dovute analisi sul caso, l’8 febbraio 2011 è stato firmato, presso la regione Puglia, un protocollo secondo cui, l’emergenza da superamento del PM 10 da biomassa, non sia il frutto della centrale ma dei fumi provenienti dai camini delle abitazioni . Per questo il comune si era impegnato, a partire dal 2011, a prendere le dovute precauzioni per ovviare al problema:dei semplici filtri sarebbero stata la soluzione. Questo avrebbe limitato le emissioni di gas inquinanti la cui quantità, per citare il comunicato, superava i limiti consentici dall’ UE e danneggiava la salute dei cittadini. Diversi erano dell’opinione che i livelli elevatissimi della centralina fossero causati dai caminetti delle case e non dalla centrale. Effettivamente, da quando il comune emanò delle ordinanze ,con cui si vietava di utilizzare i focolari domestici, la cittadina rilevò un discreto calo dei superamenti dei limiti di PM 10. Discreto perché nel periodo scelto per il blocco dei camini, il calo era stato solo della metà rispetto al periodo compreso tra l’ 1 e il 17 gennaio 2011. “I cittadini hanno capito e hanno spento i caminetti- dissero gli amministratori e il sindaco che era già Giovanni Del Coco- in più il problema svanisce d’estate e in quei periodi la centrale funziona regolarmente”.
Tuttavia l’ipotesi-caminetti non convinceva i movimenti ambientalisti. Inoltre la cattiva gestione del problema, aveva fatto si che il comune fosse di nuovo richiamato all’ordine e che, nel comitato stampa del marzo 2012 pubblicato dal sito www.regione puglia.it ,ripromettesse nuovamente l’installazione di questi “filtri magici” sui camini di ogni casa. L’assessore alla qualità dell’ambiente Lorenzo Nicastro, infatti, aveva commentato i lavori tecnici del marzo 2012, tenutesi a Bari fra Arpa-puglia, provincia di Brindisi e Torchiarolo, dicendo che “il perdurare degli sforamenti nei dati di emissione in atmosfera di PM10, benzo-apirene e diossina rende urgente l’adozione di sistemi di mitigazione attraverso l’applicazione sui camini delle case di filtri speciali nonché di un maggior controllo del territorio per evitare fenomeni di abbruciamento incontrollato di stoppie e di rifiuti”. Lo stesso, inoltre, aveva dichiarato che gli sforamenti della centralina erano di 35 all’anno tutti concentrati nel periodo ottobre-febbraio e che, per evitare di incorrere in ulteriori sanzioni ,sarebbe stato necessario prendere dei provvedimenti.
E passato quasi un anno ma dei finanziamenti, che la regione avrebbe dovuto erogare , per non parlare dei filtri stessi neanche l’ombra. Nessuno sa con esattezza se i soldi siano già arrivati ,soprattutto se arriveranno e chi li gestirà. Ciò che è certo e’ che attualmente Torchiarolo non ha avuto alcun miglioramento nei livelli di inquinamento che sono sempre elevatissimi. Inoltre,sebbene i dati testimonierebbero il contrario, l’idea che l’inquinamento sia solo il frutto dei camini ,quando sappiamo che a distanza di soli 25 km abbiamo una delle ciminire più grandi d’europa ,è piuttosto inverosimile. Strumentalizzazione o meno, fatto sta che non possiamo continuare a non vedere. La morte governa da molto tempo la nostra terra. Tuttavia salvare le nostre vite è ancora possibile. Guardiamoci intorno e rendiamoci conto di quante risorse disponga il Salento. Investire su di esse, non per fare semplice demagogia, garantirebbe al nostro ambiente un futuro sostenibile e ai nostri figli una vita migliore: questa volta senza ”cerano”.

di Mariangela Rosato

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Un commento:

  1. Buongiorno,
    vi posso tranquillamente dire che una buona parte del finanziamento regionale è arrivata da piu’ di un anno , ma questa Amministrazione comunale ha utilizzato quei soldi per altro ( cio’ è tecnicamente inammissibile) , inoltre dei famosi filtri ai camini non si parla piu’, forse non sono loro il vero problema dell’inquinamento a Torchiarolo? Anche l’ex assessore Drazza , oggi non parla piu’ del problema. Da tempo , io personalmente ritengo che la causa dell’inquinamento a Torchiarolo non sia da attribuire alle emissioni dei camini ( almeno non totalmente) ma sia da ricercare sopratutto negli insediamenti produttivi, in particolare Cerano. Come mai questa maggioranza non parla piu’ di inquinamento??

    Resto a disposizione per quanti di voi vorranno saperne di piu.

    Luca Romano
    Consigliere Comunale
    Torchiarolo (BR)
    389-5598448

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