Ricordando Berlinguer: la sinistra che non c’è

Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.” (Giorgio Gaber)
Come ogni anno, anche questo 11 giugno viene pervaso da innumerevoli post, foto, citazioni, su Enrico Berlinguer. Ad operare in tal senso sono, per lo più, nostalgici di sinistra, intellettuali, uomini attivi di sinistra. Il bacino, per dirla in breve, è pressoché identico o similare.
Ciò che colpisce, oltre al mostruoso stereotipo che gravita attorno a questo mantra della “commemorazione” social dei sinistroidi radical-chic del nuovo millennio, è lo stridente e paradossale rapporto con la reale situazione politica italiana.
Berlinguer, a suo tempo, lanciava motivi sulla questione morale giacché, da uomo acuto e lungimirante qual’era, aveva compreso anzitempo che nel futuro più prossimo, i partiti italiani si sarebbero dovuti misurare con il morbo più appestante delle ultime decadi:la corruzione.
Al massimo zenit delle indagini ed arresti ad esse collegati di “Mafia capitale“, appare peregrino e bislacco che a condividere i pensieri dello storico segretario siano in maggioranza gli attuali iscritti al Partito Democratico. Quest’ultimo vive ad oggi la sua più drammatica frattura involutiva dovuta, non più al fattore leadership (problema che ha attraversato il partito di sinistra nelle sue precedenti incarnazioni), bensì sui temi più temuti dai politicanti nostrani: legalità ed onestà. È ormai incalcolabile il livello di infiltrazione mafiosa e criminale all’interno delle Istituzioni. Le stesse Istituzioni che dovrebbero tutelare e difendere i cittadini, hanno difatti preferito giocare a dadi con il futuro economico e sociale del territorio nazionale.
È intollerabile, pertanto, che quest’oggi si cerchi di parlare di questione morale, di onestà di sinistra ricordando Enrico Berlinguer. Quella sinistra non c’è, non esiste da anni. Gli uomini realmente onesti, anche intellettualmente, del PD dovrebbero invece prendere le distanze da questo blob informe e corrotto che ha assunto la forma di sedicente partito. È intollerabile ed inutile trincerarsi dietro il paravento della scusa “il PD si combatte stando all’interno”.
Il PD si batte estinguendone le fila dei tesserati e delle dirigenze (si vada alla voce Pippo Civati), rifondando una sinistra avulsa da ogni qual si voglia genere di illegalità e mala politica. La sinistra deve e può tornare ad una sua verginità post-ideologica, con gli stessi valori tramandatici dai “padri fondatori”, come Berlinguer. Pertanto, si eviti di emularne goffamente le gesta, anche solo a parole (poiché solo di questo si cincischia). Se financo la nota figlia Bianca non è riuscita (né mai avrà tentato?) di risollevare l’apparato di sinistra un motivo ci sarà. Facciamo invece come “Pinuccio”: Berlinguer, scusaci!

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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