SAN PIETRO V.CO: GIORNATA DELLA MEMORIA AL TEATRO DON BOSCO

398737_3209469604466_1199699920_nSAN PIETRO VERNOTICO – Il 27 gennaio di ogni anno alzandoci al mattino, tra i problemi della giornata, abbiamo un compitino da svolgere: ricordare la strage dei lager nazisti. Al crepuscolo del 27 riponiamo in un angolo della mente l’argomento e ci diamo appuntamento al prossimo 27 gennaio per la riproposizione del problema. Questa è la dinamica della mente umana, sempre restia a ricordare il dolore come un meccanismo di difesa che scotomizzi il suo fallimento, quasi il sintomo di una malattia, che abbisogna del farmaco per cancellare il dolore. Questo quando esordisce è sintomo del problema che allerta l’uomo, come ogni 27 gennaio; quando persiste diviene esso stesso malattia con la quale convivere; e la mente si ribella e la storia – ahime! – si ripete. Perché dunque le stragi i genocidi le pulizie etniche appartengono alla storia all’uomo con una ripetitività macabra e demenziale? Perché la mente umana si difende e dimentica il dolore, se ne disfa per non soffrire, mente a se stessa per sopravvivere. Il dramma del nazismo è stato tanto doloroso per chi lo ha vissuto che egli stesso non ha più la forza di raccontarlo ed i sopravvissuti – unici protagonisti del farlo – scompaiono ed il ricordo si attenua e si affievolisce. Il ricordo quando è globale forse ha una chance di sopravvivere; quando è esso è reiterato, unico, appiattisce la memoria, la satura, la affievolisce. La storia ha mille ricordi, commemora milioni di morti, condanna decine di dittatori che non hanno colore, ma il volto della morte. Se una morte differisce dall’altra, la mente si predispone a tifare e dimenticare o prevaricare il diritto alla vita. Questo sentimento ha pervaso l’adunanza delle scuole presso il Cinetatro Don Bosco, promosso dall’Autorità Municipale e dal Comitato fest. patronali di S.Pietro Vernotico con il fattivo contributo delle Scuole di ogni ordine ed in particolare la Scuola Valzani che ha reso tutti partecipi della esperienza dei propri allievi che anno partecipato al viaggio del treno della memoria ad Auswitzche, realizzando un video a ricordo dell’evento. La comunità cittadina ha il dolore di ricordare a tutti la tragedia delle stragi della storia. Una voce in particolare si è levata nell’adunanza quella dello scrittore Maurizio Fumarola-Mauro (e Simonetta Ghezzi) che nel libro “Quelli di Brioni…figli degli anni terribili” (presentato dall’Avv. Paolo Maci) ha riportato alla memoria la sua storia nel terribile periodo della guerra e del nazismo. Con voce commossa ha ripercorso però con fermezza quelle giornate buie, la sofferenza di 735 giovani in gran parte catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre e portati nei lager nazisti i quali rifiutarono di servire l’invasore e la repubblica sociale. L’Autore ha con commozione ricordati quegli uomini protagonisti di quei giorni tristi, riproponendo a tutti il grido incontenibile: non dimenticare.  Egli non dimenticherà la sua vita in questi giorni, ma l’esortazione scaturita dall’adunanza di tanti giovani studenti e dei docenti è stata quella di considerare la storia come maestra di vita, dura ma pur sempre maestra e di onorare quel sacrificio da cui è scaturita l’Europa di oggi, delle nuove generazioni che pur non avendo vissuto hanno il dovere di credere alla cattiveria dell’uomo e di auspicare sempre la sua redenzione. A sottolineare il perpetuarsi delle tragedie che l’Uomo dimentico delle sue malefatte, il colonnello dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni, protagonista della guerra di Bosnia, degli anni ’80, ha rievocato la tragedia di questa altra ferita mortale nel cuore dell’Europa, che ha generato morte nei nostri giovani inviati al fronte inquinato dall’uranio impoverito a ritornati in patria, feriti dalla guerra e dal mortale uranio stesso. Ma – egli ha sottolineato – è stata l’indifferenza dello Stato verso i suoi figli – cosi descritti nelle cerimonie ufficiali – e poi abbandonati al proprio destino come fosse una cattiva matrigna. Ecco come l’Uomo riserva la sua memoria delle stragi solo al 27 gennaio!

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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