San Pietro Vernotico contro Silletti: i “partigiani” che resistono

“Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi, anche nei momenti peggiori.” – Luis Sepùlveda

Quel che è accaduto recentemente a San Pietro Vernotico è forse una delle ultime eco di resistenza contro il forsennato piano Silletti. Il termine xylella, dapprima conosciuto soltanto dai più attenti attivisti del settore, è ormai entrato nell’immaginario collettivo popolare. Difatti, qualora si volesse usare una connotazione “movimentista” si potrebbe dire che è divenuto un elemento “pop” del territorio salentino. Ciò non è necessariamente un male. Anzi. La storia ben spesso ha insegnato quanto sia a volte più che necessario che il popolo assorba determinate tematiche, anche complesse, per renderle fruibili agli altri “pari”, omologhi elementi della società.
Inutile dire quanto il movimento partecipativo di Torchiarolo abbia acceso i “focolai” di vigilanza sul tema. E come ogni buon focolaio, l’intento è quello di sperare che il “fumo” generato dallo stesso venga colto dai più prossimi.
San Pietro Vernotico non è stato da meno.
Benché il paese abbia dovuto fare i conti con la “tempistica” di animi per troppo tempo assopiti, il messaggio è stato colto. L’azione è stata inevitabile. La civile protesta che ha visto come protagonista la stazione sanpietrana ha marcato un segnale, un limite in cui il territorio si è potuto identificare. Veri attori principali sono stati non soltanto gli attivisti del libero comitato a difesa degli ulivi, ma sopratutto i cittadini che hanno voluto prender parte alla protesta. Non sterile, come molti hanno voluto intendere. Il messaggio, che si è concretamente tramutato in atto, è stato quello di “far cambiare rotta” alle fin troppe speculazioni europee, nazionali e locali che sono alla base delle eradicazioni degli ulivi. Ed i treni sono stati costretti a fermarsi. Le corse sono state annullate. Non che un ente pubblico ozioso quale Trenitalia non ne fosse avvezza, ma questa volta sono state tramutate forma e sostanza dei disservizi.
Il passato più prossimo, ma anche remoto, di San Pietro Vernotico non ha mai visto una mobilitazione sentita, numerosa, propositiva e civilmente partecipata come quella vissuta nei giorni scorsi. I cittadini hanno dato un chiaro esempio che “prendere parte” si può stando uniti. Prendere parte. Poiché da un lato c’è l’incondizionata e disinteressata volontà di difendere il patrimonio culturale ed economico del paese; dall’altro solo la demagogica presenza di chi specula o di chi esterna considerazioni “vettoriali” sulla xylella o di chi denigra movimenti analoghi ed omologhi alla protesta degli ulivi, quali No Tav, No Tap e Nac.
L’emblema più evidente è che le Istituzioni, avendo perso il contatto empatico, partecipato e di difesa del territorio hanno fallito il loro mandato. Per questo il cittadino prende parte attiva. Il cittadino diviene, quindi, partigiano. Ed è un bene, poiché il Paese tutto ha bisogno che il sentimento di appartenenza si esprima nell’azione più propositiva al fine di cambiare, nel piccolo e nel grande assetto della storia, il corso degli eventi.
Chi, come lo scrivente, vive di riflesso ciò che i conterranei manifestano ed organizzano quotidianamente non può che per una volta e, finalmente, inorgoglire la Terra cui si appartiene. Contro Silletti e contro le collusioni politiche, solo un obiettivo: resistere!

“Vedo una magnifica città e uno splendido popolo sollevarsi da questo abisso.” (Christopher Nolan)

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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