SAN PIETRO VERNOTICO: INCONTRO SUL CENTRO STORICO, BUONA LA PRIMA (?)

SAN PIETRO VERNOTICO – Si è concluso qualche giorno fa, l’ultimo incontro per discutere sulla situazione del Centro storico sanpietrano. I lettori di Prima Pagina ricorderanno come tutto ha avuto inizio: con le dichiarazioni della cittadina Marilena Serio, già ristoratrice ma non solo, che puntualizzava le criticità non soltanto della tanto trascurata piazzetta Torre ma di tutta la situazione culturale del paese. Per questo motivo si sono susseguiti già due incontri, di cui l’ultimo hanno partecipato diversi esponenti della realtà associativa ed imprenditoriale di San Pietro Vernotico. In particolare sono intervenuti Giuliano ed Antonio Altavilla, quest’ultimo “reduce” del chiacchierato Agosto Sanpietrano e che lo ha visto protagonista del carteggio con Massimo Pancosta, Mimino Modugno dell’associazione culturale Domenico Modugno, Ermanno Manca dell’associazione Antiracket, Daniela Pinto del Gal, Mimino Gialluisi di Santu pietru cu ttute lechiai oltre ad altri cittadini e a Marilena Serio. I punti toccati sono stati molteplici, ma con un unico minimo comun denominatore: come agire per ridare a San Pietro Vernotico quel vigore e fermento culturale che in passato lo hanno saputo contraddistinguere. Tante sono state le opinioni. Divergenti, certo, poiché ognuna appartenente ad un modo di intendere la cultura ed il modo di promuoverla differente a seconda della soggettività individuale di ciascun intervenuto. Si è però giunti ad un conclusione comune: interloquire con tutte le realtà associative del paese. Stando a quanto dichiarato al termine dell’incontro, il prossimo “step” sarà l’organizzazione di un incontro che chiamerà all’appello tutte le associazioni sanpietrane per sondare il terreno su quanti condividano la bianca battaglia della rinascita culturale del paese e quanti sono pronti a scendere in campo. Per quanto relativo possa essere, noi siamo dell’avviso che: 1) l’unico modo per ridare vitalità alla cultura del paese è svecchiare l’ecosistema di chi da sempre ricopre gli stessi ruoli. Non vuole dire “mandare i giovani allo sbaraglio“, bensì di renderli attivamente partecipi di quanto accade loro intorno e di farli essere, almeno per una volta, protagonisti. Sia chiaro: ciò non significa non attingere dal sapere esperenziale di chi v’è stato prima di loro, significa solo cambiare la guardia una volta per tutte; 2) che la politica osservi, aiuti, sostenga. E basta. Anche qui occorre inserire una piccola nota a mo’ di Garzanti per i più cardiopatici “medi progressisti”: non significa estraniare la politica da tutto il contesto di cui sopra illustrato. Anche un alunno di scuola media comprende quanto una Amministrazione comunale sia fondamentale per la crescita culturale di un paese, non solo per i contributi economici, ma gli esponenti partitico – politici devono, almeno per una volta, non dipingere di alcun colore le manifestazioni. Qui gli esempi si sprecherebbero. Facciamo indegnamente nostro, per meglio spiegare, il concetto che Franco Battiato ha espresso quando è stato nominato assessore alla Cultura in seno alla giunta Crocetta: ossia, che la politica deve essere la spettatrice e sostenitrice della cultura. Non deve interferire in alcun modo a discapito dei più nobili intenti delle arti tutte, pena il depauperamento della cultura. E, duole dirlo, San Pietro Vernotico ne è un valido esempio.

Un uomo non ha diritti sul sudore della sua fronte?
No, dice l’uomo di Washington. Appartiene ai poveri.
No, dice l’uomo in Vaticano. Appartiene a Dio.
No, dice l’uomo di Mosca. Appartiene a tutti.

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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