San Pietro Vernotico: la chiamavano indennità

SAN PIETRO VERNOTICO – Mentre la Grecia ha decretato ed utilizzato la propria nobile sovranità popolare, nella nostra non troppo lontana realtà sanpietrana l’economia si misura in altri termini. A presentarsi per prima dinanzi alla cattedra amministrativa della nuova giunta Renna è la chiacchierata (ma non da tutti, ovviamente) indennità. Chiacchierata perché, già precedentemente il primo Consiglio comunale, diverse forze politiche (prime fra tutte il M5S) avevano posto non soltanto la questione gravitante alla opinabile e facoltativa nomina del presidente del Consiglio, ma sopratutto avevano chiesto con domanda protocollata che la Giunta in questione, fresca di nomina, si dimezzasse lo «stipendio» considerata la fin troppo precaria situazione economica nazionale e, a maggior ragione, locale.
Tali richieste sono rimaste inascoltate. A parlarcene è difatti la delibera numero 103 del 26 giugno dove vengono indicate le indennità di sindaco, assessori e presidente consigliare. Al Primo cittadino spetteranno 2.788,86 euro, al vice sindaco 1.533,87 euro, agli assessori 1.254,98 euro ed al presidente del Consiglio 278,89 euro. Si potrebbe tralasciare, ma neanche tanto, il fatto che senza la nomina del presidente del consiglio in cinque anni amministrativi si sarebbero risparmiati ben 16mila733 euro (vale a dire 3mila346 euro annui); si potrebbe tralasciare (ma neanche tanto) il fatto che dimezzarsi lo «stipendio» al cinquanta percento sarebbe stato fin troppo (ma sino ad un certo punto) anche per una realtà come quella di San Pietro Vernotico. Non si può tralasciare in alcun modo, invece, il fatto che sindaco e giunta al seguito non abbiano continuato a perseguire il nobile intento del «fondo indennità» nel quale veniva versato il 20% delle indennità spettanti agli amministratori e che veniva utilizzato per i cittadini meno abbienti, ma non solo. Per essere più specifici, stando alla determina 331 del 26 giugno, l’ultima quota liquidata per il secondo semestre 2015 ammonta a ben 4mila601 euro. Non tantissimo, ma in periodo di ristrettezze economiche ed in una realtà in cui la morsa della crisi è sempre più pressante e violenta non è neanche poco. Al sindaco Renna non veniva richiesto di idealizzare alcun programma. Sarebbe invece bastato che avesse riaffermato il «fondo indennità» senza nulla togliere, anzi eventualmente aggiungendo un dieci percento a quel già dignitoso 20%. Come un «uomo del popolo» che si rispetti avrebbe fatto.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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