SAN PIETRO VERNOTICO: NON “V” RESTA CHE PIANGERE

San Pietro Vernotico 1400, quasi 1500. Chi ha visto il capolavoro della commedia italiana “Non ci resta che piangere”, ricorderà gli straordinari Massimo Troisi e Roberto Benigni alle prese con un improbabile viaggio nel tempo. Catapultati nella Frittole del 1500, incontrano personaggi d’ogni sorta. Un po’ come recentemente accade in quel di San Pietro Vernotico, ma nel 2014: Savonarola dell’ultima ora che chiosano un “ricordati che devi morire” (per il quale i due comici scriveranno la celeberrima lettera), impalatori pubblici di cittadini, “spingitori di cavalieri” e un Leonardo Da Vinci ingegnoso ma goffo ed impacciato.
Digressioni cinefile a parte, con questo si vuole introdurre un discorso sorto in merito alla pubblicazione del comunicato stampa del 6 novembre, dal quale sono scaturite dichiarazioni (offensive per giunta) anche sulla natura stessa del blog “Prima Pagina”. I lettori affezionati che negli anni, si va per il sesto, ci hanno dato fiducia sanno bene che v’è sempre stata professionalità ed imparzialità, come deontologia vuole. Adesso è divenuto financo “media di regime” (magari si vorrebbe capire quale regime) e ci si stupisce se cittadini comuni, tra cui lo scrivente, siano qualificati per redirigere comunicati stampa. Ecco, a meno che questi signori non abbiano vissuto nello Zimbabwe, vorremmo informare che fortunatamente in Italia c’è ancora democrazia e libertà d’espressione.
Scusa le volgarità…eventuali”. Viste e lette le offese personali (da “vigliacchi”, “parassiti“,  “servi” e “pezzi di m**da”) verrebbe da scrivere una lettera ai Savonarola di turno, ma lo scrivente preferisce soprassedere con una risatina, considerata la qualità interlocutiva di chi è dall’altra parte. Anzi, si coglie l’occasione per renderlo noto ai lettori e ringraziare chi tra loro, sia pubblicamente che privatamente, hanno manifestato la loro solidarietà sopratutto sulla colta citazione “pezzi di m**da”. Ciò per ironicamente sottolineare quanto gli attivisti del meetup ci tengano a “non scendere nella polemica dei firmatari”.
Diamoci una calmata”. Sempre ai Savonarola di turno si vorrebbe chiarificare che non v’è alcun tipo di relazione tra lo scrivente e qualsiasi tipo di accordo politico complottistico, che magari è da ricercare in libri sciatti di Tom Clancy o in qualche film di Mel Brooks mal diretto.
Leona’ è la regola!” Ai Leonardo Da Vinci, si ricorda infine, quanto si è detto a riguardo di regole sopratutto in termini di decenza verbale: tacciare un giornalista di non saper fare il proprio mestiere non spetta a nessuno se non ai lettori (in questo caso i migliaia giornalieri di Prima Pagina) ed all’Ordine nazione dei giornalisti dal quale lo scrivente ha piena stima. Spetterà proprio ai lettori ed ai sanpietrani giudicare la qualità tra chi scrive e di chi è dall’altra sponda (per dirla con il canzoniere di Zero). Il resto è pura “fantacazzola”, incluso il comunicato ufficiale di oggi nel quale siamo passati da attivisti ai quali erano state offerte generose proposte di candidatura a “semplici iscritti al meetup e sporadici frequentatori”.
È un po’ come cercare di illustrare il gioco della scopa all’inventore fiorentino del film di Troisi: niente, non riesce proprio a semplificare il concetto. Troisi e Benigni, uomini lungimiranti del futuro, infine, lo abbandonano rassegnati e sviliti. Salvo poi, alla fine del film, ritrovarlo alla guida di un treno a vapore: bella pensata dell’inventore, avanti anni luce. Peccato però che il treno non sia collegato con nessun’altra rete a parte quella di Leonardo, il libero pensatore. È così. Anche se una macchina è ben avviata e funzionante, caro Leonardo, può anche non andare da alcuna parte: dipende dalla rete di cui ci si circonda. Ciò ricorda infine i trenini, di ben altra fattura, de “La grande bellezza” di Sorrentino: “I nostri trenini sono i più belli di tutta Roma. Lo sai perché? Perché non vanno da nessuna parte” (Toni Servillo).

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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