Le ass. di volontariato le prime vittime
CELLINO SAN MARCO – La questione della tassa Tarsu espone i propri numeri. Dopo le dichiarazioni rilasciate dal sindaco Cascione e dal sindaco uscente Pezzuto a riguardo, l’oggettività delle cifre espongono quella che pare essere una triste realtà per i tanti cittadini che ne affrontano le spese giornalmente. Doveroso ricordare al contempo come, sulle colonne di questo quotidiano, i due esponenti politici di cui sopra avevano esposto le loro tesi circa l’aumento della citata tassa. Nello specifico, il sindaco Cascione aveva affermato come l’aumento era stato causato dalla proroga, da parte di Pezzuto, nel bandire una gara d’appalto affinché una ditta si aggiudicasse il servizio in questione. Di controcanto il consigliere Pezzuto aveva dichiarato l’esatto contrario, ossia che era stato proprio Francesco Cascione ad aumentarne il valore del 30 percento. I comuni cittadini di Cellino San Marco, diretti interessati di questo problema, non tardano a dichiarare che la tassa, al di fuori di ogni colore politico e critica, è realmente aumentata. Alcune famiglie, dinanzi a tale disagio, trovano una plausibile motivazione nei debiti lasciati al bilancio comunale. Le ripercussioni colpiscono vari aspetti dell’apparato amministrativo, ma le tariffe Tarsu dell’anno 2010, rilasciate quindi quando Pezzuto era sindaco di Cellino, parlano chiaro e confermano quanto detto dai cittadini. Analizzando attentamente i dati, si può notare come gli aumenti tariffari colpiscano, senza eccezioni, tutte le tipologie di edifici e strutture partendo dalle comune abitazioni, sino alle Banche ed Istituti di credito. L’incremento non ha percentuale fissa, ma varia secondo le divergenti tipologie dei locali. Non vengono toccate sostanzialmente le normali abitazioni, che dal 2009 al 2010 incrementano la tariffa unitaria al mq di “soli” 44 centesimi. Chi ne risente sono commercianti e chi detiene pubblici esercizi. Quel che balza subito all’occhio è il considerevole aumento di 1euro e 41centesimi per bar, ristoranti, pizzerie nonché banchi di mercato. Vero è, che tali attività producono anche rifiuti solidi speciali ma è vero anche che, aggiungere in una stessa descrizione tipologica gli studi privati e studi medici, pare non rendere giustizia a ciò che producono, in termini meramente ecologici, i suddetti locali. Altra nota negativa risultano essere le associazioni sportive, culturali e le cooperative sociali. Difatti quest’ultime, seppur nell’anno del 2009 avevano diritto alla riduzione della tassa del cento percento e quindi erano esonerate dal pagamento, nel 2010 sono state costrette a pagare 6euro circa al mq. Una cifra notevole, non tanto per associazioni politiche e sindacali che risultano rientrare nella stessa tipologia, quanto per i gruppi di volontariato e altro che, soprattutto nelle piccole realtà locali, sono costretti ad autotassare le spese. Le uniche detassazioni concesse, si applicano per alcune attività produttive che dimostrano, allegando la prevista documentazione, l’osservanza della normativa sullo smaltimento dei rifiuti speciali tossici o nocivi. Le altre misure ridotte sono previste, oltre che limiti di reddito Ise, soltanto per quei nuclei familiari nei quali risulti convivente un soggetto portatore di invalidità dal 74 percento in su. Dinanzi a questa oggettiva realtà, i tanti cittadini che da tempo reclamano questo disagio, come successo in giugno 2010 presso la sala 25 aprile, non devono che attendere il prossimo anno per la potenziale riduzione che dovrebbe finalmente riequilibrare la situazione.
Marco Marangio
SenzaColonne 29/09/2010