TORCHIAROLO: SERINELLI SULLA “DISCARICA” DELLA ZONA ARTIGIANALE

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 TORCHIAROLO – Riceviamo e pubblichiamo una nota comunicativa a firma del consigliere di opposizione di Torchiarlo Nicola Serinelli:

foto0409A ben riflettere, la zona artigianale di Torchiarolo rispecchia il degrado in cui versa il nostro paese. Vero è che una grossa responsabilità ricade su quei cittadini “mal-educati” che utilizzano il territorio come discarica per accogliere tutto ciò che non serve più, in barba alla buona educazione, al senso civico e al rispetto dell’ambiente, procurando così danni ingenti al territorio e ai suoi abitanti; è però altrettanto vero che la “vigilanza urbana”, specie negli ultimi anni, lascia molto a desiderare, forse perché impegnata in altri servizi più appariscenti che sicuramente “rendono”… la gratificazione dell’apparire e magari fanno anche cassa. Spero di non dover essere considerato il rompi scatole della situazione; sento però il dovere, come cittadino prima ancora che come amministratore di questo paese (se pur di minoranza), di tener desta l’attenzione sul tema molto caro agli ambientalisti del “pre-elezioni”, stimolando l’impegno di chi è preposto istituzionalmente alla prevenzione e al controllo del territorio comunale. foto0450E’ sufficiente farsi un giro nel paese (magari anche solo per prendersi il quotidiano caffè) per rendersi conto di alcune evidenti lacune nella lotta al rifiuto selvaggio. Alcune settimane fa ho rilevato la precaria condizione in cui versava (per alcuni versi lo è tuttora) la nostra isola ecologica; oggi rilevo la precarietà della zona artigianale (per modo di dire); una realtà rimasta “improduttiva”, sotto tutti i punti di vista. Spesso i Comuni, specie quelli indebitati, come il nostro, rischiano di impegnare le energie, il tempo e i propri uomini preposti alla prevenzione e alla tutela del territorio solo a “far cassa” per sostenere le difficoltà economiche del proprio ente (qualcuno addirittura ha confidato di voler sanare le casse comunali con i proventi delle contravvenzioni); accade pertanto che viene distolta di fatto (indi penalizzata e compromessa) l’azione preventiva, che dovrebbe invece restare la caratteristica peculiare di un organo di Polizia Locale. foto0453Piace spesso ricordare la figura del Vigile urbano, come, appunto, colui che vigila sul territorio a difesa del cittadino e a difesa dell’habitat in cui questi vive. Sarà solo nostalgia? O non è forse giunta l’ora di scuotersi perché la presenza vigilante di chi è preposto a far questo, recuperi il primato dell’azione educativa, per indi promuovere, con la collaborazione dei cittadini, il bene comune, inteso in senso lato. Personalmente non vorrei che il tempo e le energie che spesso si disperdono per curare “altro”, per quanto rilevante possa essere nell’economia di un giudizio professionale di una persona (mi riferisco, per esempio, alla gestione del proprio strumento informatico, persino extra lavorativo, nonché alle funzioni di mera rappresentanza quotidiana, di sostegno all’Autoritas locale pro-tempore) fungano da distrazione verso altri e più importanti doveri, nonché da demotivazione per gli stessi collaboratori. Si cambi pertanto “registro” e ci si dia veramente da fare per compiere il salto di qualità dalla denuncia (magari anche solo per stare a posto con le carte) all’azione concretamente incisiva … che reclama invece costante presenza e assidua vigilanza per prevenire il triste fenomeno delle discariche a cielo aperto che continuano a deturpare il territorio e l’ambiente e segnano il limite di certe “impotenze istituzionali” spesso volute, perché distratte e distolte da “altro”.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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