CIAO ROBIN, TI SALUTIAMO DALL’ALTO DEI NOSTRI BANCHI

Un alieno. Sotto queste spoglie si presentò nel 1978 l’attore che da lì a poco avrebbe rivoluzionato, nel suo “piccolo”, il mondo della recitazione cinematografica. Chi lo vide per lo prima volta agitando le dita al suono di “nano nano” non ci avrebbe scommesso due centesimi. Eppure, quell’alieno, è riuscito ad entrare nel mondo e nel cuore di tutti facendo della sua vita qualcosa di straordinario. Qualsiasi ruolo lui abbia interpretato, Robin Williams è riuscito a renderlo unico, inimitabile ed immortale: da professore ed educatore di giovani menti, a radiofonico nel Vietnam; da navigatore dei cieli dell’Isola che Non c’è ad androide passionale; da dottore amato dai malati terminali a domestica tutto fare. Qualunque nome abbia assunto in tutti questi 34 anni di carriera, da Doubtfire a professor Keating, Williams è riuscito ad occupare un piccolo posto nel cuore dei suoi fan. Chi di noi non ha mai desiderato entrare in classe e trovare un professore di Lettere come lui? Chi di noi non ha mai acceso la radio convinto di sentire da un momento all’altro un “Good morning, Vietnam” urlato a squarciagola? Chi di noi non ha mai desiderato una domestica, o meglio una nonna, grintosa e saggia come la Doubtfire? Chi di noi non ha mai aperto la finestra credendo che,dopo tutto, l’Isola che Non c’è esisteva davvero? Chi di noi, in una degenza ospedaliera, non ha desiderato incontrare un medico comico e comprensivo? È indubbio il fatto che, quando un attore, un comico, riesce a creare nell’immaginario collettivo così tanti desideri ed aspirazioni ha non solo dato prova di un talento innato ed irraggiungibile, ma lo ha perpetrato financo per le generazioni future. Questo post che “Prima Pagina” dedica al grande attore, il nostro preferito, non pretende di essere una recensione biografica, né un necrologio. È un semplice tributo, giacché siamo certi che Robin Williams non terminerà qui la sua carriera ma vivrà ogni volta che un ogni suo film verrà proiettato in qualsiasi angolo del Mondo. Pertanto, non ci resta che alzarci, salire sui nostri banchi e salutarlo con rispetto, affetto e gratitudine.

Lo so che giunti al termine di questa nostra vita tutti noi ci ritroviamo a ricordare i bei momenti e dimenticare quelli meno belli, e ci ritroviamo a pensare al futuro. Cominciamo a preoccuparci e pensare: “io che cosa farò? chissà dove sarò da qui a dieci anni?” Però io vi dico: “Ecco guardate me!” Vi prego, non preoccupatevi tanto, perché a nessuno di noi è dato soggiornare tanto su questa terra. La vita ci sfugge via e se per caso sarete depressi, alzate lo sguardo al cielo d’estate con le stelle sparpagliate nella notte vellutata, quando una stella cadente sfreccerà nell’oscurità della notte col suo bagliore, esprimete un desiderio e pensate a me. Fate che la vostra vita sia spettacolare.

Jack Charles Powell (Robin Williams)
dal film “Jack” di Francis Ford Coppola

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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