Goodbye 2016: l’anno inutile

Come da copione, la sera del 31 dicembre si tirano le somme dell’anno appena trascorso. Ebbene, il 2016 non potrebbe che definirsi come “inutile“. Almeno per quanto riguarda il contesto nazionale. La soggettività di ognuno, ha invece altre cifre, altri pensieri con cui misurarsi.
Benché in tanti lo abbiano definito in altri numerosi modi, io credo che l’unico attributo con il quale tradurlo sia quello dell’inutilità. Ricordate come è terminato il 2015? Era il 18 dicembre, il giorno della votazione del decreto “Salva banche”. Di lì, la ex ministro Boschi (oggi promossa sottosegretaria al Consiglio dei Ministri) misurò la qualità dei governanti votando “NO” all’abrogazione del decreto. Salvando banca Etruria, quindi suo padre, quindi se stessa. Ad oggi si parla della cordata governativa per salvare MPS.
Il 2016 altro non è stato se non un lento, inesorabile, stantio, “tirare a campare“. E’ stato costellato da messaggi politici promozionali, con un unico comun denominatore: il referendum costituzionale. Ho già espresso fin troppi parerei e post a riguardo: il modo più inutile, appunto, di sprecare energie, impegni, è stato proprio la promozione elettorale di una riforma inutile, evitabile ed antidemocratica. E’ stato lo stesso governo Renzi che, avendo puntato tutto su di essa, ha reso ogni ratio istituzionale come un piccolo satellite gravitante attorno alla fin troppo effimera promessa di cambiamento. Peccato che il cambiamento sarebbe dovuto avvenire già subito dopo i 100 cento giorni del suo mandato.
Difatti, il cambiamento c’è stato. Nella sola misura in cui si può definire Gentiloni un prolungamento fisico, morale, politico dello stesso Renzi. Pertanto, i cittadini sono stati disattesi ed il 2016 è terminato come era iniziato: Renzi(loni) premier ed una banca da salvare. Che si chiami Etruria o MPS, conta poco.
Chi crede che l’anno appena passato sia stato “epocale” anche solo per il caso Brexit o Trump si sbaglia: sono state solo conferme evidenti di ciò che molti (fra statisti, giuristi, politologi, e dio non voglia europeisti) hanno voluto far finta di non comprendere.
Cosa aspettarsi dal 2017? Praticamente nulla. Sopratutto se si pensa che anche qualora la Corte costituzionale emani la sentenza sulla legge elettorale a gennaio, quasi tutti gli inquilini parlamentari tireranno a campare per il proprio vitalizio.
Se proprio non credete in questo, almeno fate caso al numero. Di certo, non porterà fortuna.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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