“Guai a Santoro e a Travaglio se toccano ancora Dell’Utri”

Le elezioni del 2008 e le minacce di Aldo Micciché, socio del
senatore e "consigliori" della ‘ndrangheta: "Se mi rompono…"


Aldo Miccichè, il faccendiere calabrese riparato in
Venezuela, amico e socio di
Marcello Dell’Utri in business
petroliferi e in commercio di medicinali, era ossessionato dai
giornali e dai giornalisti. Soprattutto da chi scriveva contro il "suo
senatore",
Dell’Utri, ovviamente. "Travaglio, quello di
Annozero. Guarda che se mi rompe i coglioni sul senatore,
veramente gli faccio s… un petardo nel culo". Miccichè è al telefono –
un’ossessione pure quella, assieme al computer e Internet, il suo
contatto fisso con l’Italia – e parla con
Massimo De Caro,
amico pure lui di Dell’Utri e interessato al
business del
petrolio e del gas in Venezuela. Parlano di
Marco Travaglio e
dei suoi libri su Berlusconi & soci. Pagine evidentemente sgradite
al mondo che circonda Miccichè. De Caro lo tranquillizza. "È tanto che
non ne parla più (di Dell’Utri, evidentemente, ndr)". Miccichè: "Ah, e
già, lo hai capito, no? Io gliel’ho detto al senatore oggi, non mi deve
rompere i coglioni, gli ho mandato un messaggio, non a lui, al suo capo.
Che non rompa le palle…cercherà soldi, dai, te lo dico io". Massimo
De Caro: "Quel libro che ha fatto è veramente assurdo". Ma non era solo
Travaglio a disturbare i sonni dell’uomo che aveva contatti quotidiani
con la famiglia
Arcidiaco, Lorenzo, il padre, e
Gioacchino, suoi soci in affari, e imparentati con i
Piromalli,
una delle cosche più ricche e potenti della Piana di Gioia Tauro.

 

C’è posto anche per Michele Santoro e Annozero.
Primo giorno dell’anno del 2008, Marcello Dell’Utri chiama Miccichè. Si
fanno gli auguri. Ma Miccichè ha la testa rivolta agli affari e alla
politica: "Questo, caro Marcello, deve essere il tuo anno. L’ho fatto
sapere anche a un mio nobile amico di
Annozero (Santoro,
annotano i poliziotti che trascrivono l’intercettazione telefonica,
ndr)". I due amiconi ridono. Miccichè, però, diventa serio e continua il
discorso sul giornalista tv: "Gli ho detto che non deve rompere le
palle, gli ho mandato un messaggio al quale non può dire di no". Il
senatore, notano i poliziotti trascrittori, "acconsente a tutto quello
che dice Aldo". "Guarda che ce li ho veramente sulle palle quei due di
Annozero,
guarda che io ho mandato una nota che non mi rompano i coglioni con
Marcello Dell’Utri, gliel’ho mandata direttamente a chi di dovere,
proprio ai suoi personalmente…hai capito, no?". Dell’Utri: "Sì, sì, il
giornalista”. Miccichè: "Quello mi ha rotto i coglioni, gli faccio
succedere qualcosa di brutto, io sono buono e caro, però non mi toccano
le cose mie e io non tocco loro, a me non interessa come si guadagnano
da vivere, basta che non rompano i coglioni a me. Quindi gliel’ho detto
chiaro, vedi che è difficile che
Annozero ripeta il tuo
nome…se no vedrai che gli succede…".




Il senatore, notano i poliziotti che trascrivono le registrazioni
telefoniche, annuisce. E come può fare diversamente? Il rapporto tra
Dell’Utri e il faccendiere calabrese è strettissimo. Di affari per sé e
per uno dei suoi figli, e politico, per i voti in Venezuela, nel
collegio di Milano e tra Calabria e Sicilia, Miccichè e le sue relazioni
mafiose potevano muovere. E’ prodigo di attenzioni il caro Miccichè
quando parla del futuro del suo senatore. Parlando con Dell’Utri il 2
dicembre 2007, esprime tutto il suo dissapore per l’atteggiamento di
Berlusconi.
Marcello ha i suoi guai giudiziari e al faccendiere calabrese
l’atteggiamento di Forza Italia sembra tiepido. “Non hanno capito le
dimensioni tue e vanno dietro a quello che vanno dicendo questi uomini
di merda, la magistratura, le cose ecc. È chiaro? Ricordati che
l’amicizia è la vera sincerità. A te non si può negare una certa
crescita e questo lo deve capire soprattutto Silvio, parliamoci
chiaro… a me non è piaciuto l’atteggiamento di Berlusconi nei tuoi
confronti". Dell’Utri è quasi commosso: “Sì, ma non lo so, io non lo
vedo, è più facile che la vedano dall’esterno. Però la politica è così".

Da il Fatto Quotidiano del 10 aprile

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.