PM10 A TORCHIAROLO?COME L’ELEFANTE COL TOPO

di MARCO MARANGIO

SAN PIETRO VERNOTICO – “La situazione ambientale a Torchiarolo mi sembra la storia dell’elefante col topolino. Si sta dando troppa attenzione al topolino e poco all’elefante”.
In questo modo ironico Giuseppe Serravezza, direttore dell’U.O. Di Oncologia medica negli ospedali di Casarano e Gallipoli, ha commentato l’attuale situazione di crisi ambientale che imperversa nel paese di Torchiarolo.
In occasione dell’incontro pubblico dal titolo “Emissioni inquinanti e tutela del diritto alla salute”, organizzato dall’amministrazione comunale sanpietrana, sono intervenuti anche l’ingegnere Antonio De Giorgi e Marcello Orlandini, direttore responsabile di Brindisi report.
“Attualmente ci si dovrebbe fidare – continua Serravezza – del parere del contadino e non di quello delle aziende, poiché purtroppo oggigiorno c’è corruzione ovunque. Ricordo ancora che, negli anni della mia infanzia,  i miei nonni si scaldavano dinanzi al camino ed erano guai se ci si addormentava la notte con il fuoco acceso. Purtroppo tutte queste cose vengono dimenticate col tempo. Per tali motivi bisogna diffidare dalle dichiarazioni di chi afferma con troppa leggerezza di stare tranquilli, che non c’è nessun problema.”
Serravezza, che tra gli altri suoi incarichi è anche  presidente della Lilt (Lega Italiana Lotta ai Tumori), ha infatti spiegato come molto spesso, a causa delle sue dichiarazioni, sia entrato in contrasto con Giorgio Assennato, direttore Arpa Puglia, senza però mai perdere un rapporto di stima e rispetto.
“Non dovete e non dobbiamo essere vittime del baratto”. L’oncologo continua a rivolgersi al pubblico che lo segue con interesse, ma che soprattutto si sente rappresentato dalle sue ferme  dichiarazioni.
“I dati parlano chiaramente. Il novanta percento delle cause dei tumori sono dovute all’ambiente. Sappiamo che ambiente e salute sono un tutt’uno. Sono due facce della stessa medaglia. Una persona contrae un tumore perché, nell’arco della sua vita, continua ad esporsi inconsapevolmente a delle cause che provocano la malattia. Questa regola non vale soltanto per l’uomo, ma anche per piante ed animali che sono le spie più sensibili di una situazione di degrado che compromette la vita stessa. Queste sono constatazioni che il buon senso del contadino aveva compreso da secoli, mentre la scienza vi è arrivata con molto ritardo. La scienza, infatti, molte volte non è indipendente perché è schiava degli interessi economici. Non possiamo più permetterci di non capire o di non interessarci. Ne va della vita stessa e dire ciò non vuol dire essere catastrofici. I fatti parlano chiaramente. Prima si esponevano ad agenti inquinanti soltanto quei lavoratori che svolgevano mansioni nelle grandi industrie. Adesso l’inquinamento colpisce tutti, anche i paesi più piccoli”.
Un modo, quello espresso da Serravezza, che si è tradotto in un monito per smuovere le coscienze di tutti, affinché cresca la responsabilità per la tutela della salute di tutti.

Senzacolonne 12/02/2011

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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