Da Renzi a Di Maio: i turbo leader all’opera

Turbopolitici all’opera. Appena terminata l’estate, ecco che i maggiori leader tornano sulla cresta dell’onda, anche se sarebbe meglio dire “dell’onta”. Difatti, basta dare una rapida occhiata alle tate dichiarazioni che si sono susseguite ultimamente. Renzi, ad Arezzo, annuncia una (im)probabile candidatura al senato. Esatto, lui stesso che aveva provato ad abolirlo, fallendo miseramente. Poi giunge tal Fiano con le sue norme antifasciste. Come già disse profeticamente Pasolini: “non v’è nulla di peggio degli antifascisti in assenza di fascismo“. Appunto, son tutti lì pronti ad avanzare proposte vacue, inutili, anacronistiche, giacché se un fascismo c’è ha cambiato nome, casacca e colore.
E’ poi la volta del ministro Orlando con le sue leggi contro le intercettazioni. Dopo aver combattuto Berlusconi ed i suoi provvedimenti contro la magistratura e la stampa libera, ecco che il Partito Democratico non solo si rende omologo di B. cercando di emularne le (in)fauste gesta ma addirittura le peggiora. La differenza è che ora vi sono da salvare i Renzi, senior e junior, dal caso Consip. Quindi tutto è concesso.
Poi giunge lui, dulcis in fundo, Luigi Di Maio. Loro, il Movimento 5 Stelle, che per anni hanno preparato ed affrontato campagne sulla democrazia diretta propongono come unico candidato premier per le prossime politiche Di Maio. Salvo poi correre ai ripari facendo un danno ulteriore e proponendo una lista di nomi ignoti e sconosciuti. Fermo restando che il M5S è un gruppo politico fin troppo giovane per avere delle correnti divergenti al proprio interno, non sarebbero stati meno autolesionisti facendo scegliere direttamente a Grillo Di Maio come unico candidato premier?
Già, dimenticavo Grillo, colui il quale giusto l’altro giorno ha elargito ai cronisti versi danteschi in perfetto dolce stil novo: “vi mangerei per il solo gusto di vomitarvi”. Altro che il conte Ugolino.
Cos’altro aggiungere, se non che l’Italia è ormai in un processo involutivo culturale e politico senza pari dinanzi al quale l’unica strategia possibile è la fuga. Agile, in scioltezza.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

I commenti sono chiusi.