Salento e son contento? I cinque “tipi” da spiaggia da evitare

Il Salento è ormai una nota meta estiva per tutti gli italiani e per gran parte degli europei, ma non solo.  Fra i luoghi più gettonati vi sono Gallipoli (ultimamente citato dai media online per via del degrado portato avanti fra alcol e droga) Otranto, Torre dell’orso e via discorrendo. Di recente ho calcato le sabbie di Torre Lapillo (nella zona rossa del demanio pubblico), una delle spiagge più affollate. Ovviamente dopo le famose “Maldive del Salento”. Fra l’aria rovente che Lucifero ha ben pensato di regalarci e la mancanza d’ossigeno, ho tratto alcune conclusioni. In particolare ho “paradigmato” ben cinque categorie di spiaggianti da evitare a tutti i costi al fine di rendere la vostra permanenza in spiaggia meno drammatica e stressante. State attenti, potreste incontrare una di queste “categorie” domattina o questo pomeriggio. Potrebbero essere i vostri futuri vicini di ombrellone e/o di telo.

1) Il sinistroide radical chic
Partiamo col botto, ossia con la categoria più pericolosa: i “panta renziani” dediti al consumismo da spiaggia privata. Essi si presentano così: lettino in prima fila, birra Corona sul tavolino, pettinatura alla Rovazzi, Ray-Ban arancioni super specchiati, slip a righe bianche e blu. Vi chiederete: ok per l’abbigliamento, ma l’appellativo “renziano” da cosa si evince? Ebbene, l’elemento che li contraddistingue maggiormente è nelle loro mani: “Avanti”, ossia l’ultimo libro di Matteo Renzi. Questa arma distruttiva (il cui titolo vagheggia un rigurgito tutto craxiano) ha come unico obiettivo non solo quello di inquinare ulteriormente la letteratura italiana (già esamine di suo), ma soprattutto di annebbiare la mente (ben più di quanto un sinistroide radical chic abbia potuto fare in tutta la propria vita, fra un Gabbani e l’altro). Il “panta renziano”, in ultimo, ama andare al bar passando per le affollate spiagge libere con l’unico fine di vantarsi della propria ed inutile posizione consumistica da lido privato. Attenzione: passandovi accanto bofonchierà fra se e se un “io tutti questi ombrelloni li toglierei all’istante”. Da evitare come la peste;

2) Le migliori social-amiche
Spostando lo sguardo alla vostra destra, su spiaggia libera (ma sicuramente anche in lido privato), troverete una coppia di amiche. Oltre ai teli da mare, esse condividono gli stessi occhiali e gli stessi costumi. Il grado di amicizia, il grande rapporto filiale, si può misurare dal tempo passato a fissare lo schermo del proprio smartphone. Sono così legate da amore e amicizia che non parleranno mai fra di loro, ma posteranno su Instagram foto e selfie taggandosi a vicenda. Categoria silenziosa, ma tanto, tanto triste;

3) Il regista da spiaggia
Voltando lo sguardo a ore 6 si nota un pater familias alle prese con il proprio iPhone 6: grande e grosso ricorda un po’ il Mario Brega nei film di Carlo Verdone. Sempre in piedi a cogliere il panorama ed immortalarlo al meglio con foto super sature di colori, tale soggetto dà il meglio di sé quando inizia una diretta Instagram. Vorrebbe essere Kubrick con panoramiche totali in pieno stile “Full metal jacket”, ma alla fine gira un po’ alla Michael Bay: scene confuse e senza senso;

4) Quelli de “la banda della magliana” 
Alla vostra sinistra potreste notare un folto gruppetto di ragazzini. Età media anagrafica: 14 anni, età media mentale: non pervenuta. Sguardo torvo di chi ne ha viste tante (di sberle dei genitori), fisicaccio alla Terminator disegnato col pennarello Uniposca. Più che uomini duri, sono ominidi. Fra una sigaretta elettronica (con uscita USB 3.0) e l’altra, vi lanceranno diverse occhiate fulminanti quasi a voler dire “stai attento amico”. Difatti, sono talmente duri che usano portare il costume sopra un bel paio di mutandoni in microfibra. Marca “uomo”. Non sia mai dimenticare a quale categoria sessuale si appartiene. Tipi da spiaggia da incendiare col napalm, in pieno stile sergente Hartman;

5) La famiglia della zia Maria di Monopoli
Finiamo con la categoria più ingombrante. In tutti i sensi.  Davanti a voi potreste trovare il più grande gruppo famigliare da spiaggia che abbia mai calcato le spiagge del Salento: i baresi in trasferta. Sono tanti, sono troppi, sono enormi. Dal cugino di quarto grado, al nonno con catetere e bombola di ossigeno. Occupano ben tre quarti della spiaggia libera a disposizione: 5 ombrelloni (tutti rigorosamente uguali: marca “Eurospin” modello “Limited edition” del trentennale della fondazione), 10 borse frigo, 5 congelatori portatili, 5 kg di pane di Matera, 2 litri di caffè in ghiaccio. Uno spettacolo vernacolare e neorealista al quale non siete stati invitati ma che sarete costretti a guardare nella maniera più passiva e drammatica. Frattanto, ascolterete tutti i loro discorsi, tutte le loro storie sino a giungere alla contesa eredità della zia Maria di Monopoli. Un caso che neanche Hercule Poirot sarebbe in grado di risolvere.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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