San Pietro Vernotico: continuavano a chiamarla indennità

SAN PIETRO VERNOTICO – Se è vero, come è vero, che il  giornalista in buona fede non è quello che non sbaglia mai ma quello che quando sbaglia si corregge, è altrettanto vero che la celerità amministrativa nel pubblicare tempestivamente delibere di giunta non ha eguali. Se non altro quando l’occasione lo richiede. Ieri Prima Pagina ha pubblicato il post circa le indennità di sindaco e assessori. Nello stesso post è stato sottolineato come nella delibera di riferimento non si facesse menzione del “fondo indennità” creato dalla vecchia amministrazione Rizzo e che lo stesso, visti i tempi di ristrettezze economiche, servisse a tutelare le fasce sociali più deboli. Appena dopo la pubblicazione e le prime condivisioni del post, guarda caso, l’albo pretorio online del Comune sanpietrano si è subito aggiornato con la delibera 109 del 2 luglio, nella quale viene confermata la volontà degli amministratori di perseguire la già solcata strada del fondo sociale di cui sopra. Si tralasci il fatto peregrino di avere la necessità di deliberare in differenti sedi l’indennità e la volontà di riconfermarne il suo fondo; si tralasci il fatto che la coincidenza tra pubblicazione del post di cui sopra e pubblicazione della delibera sfiora talmente tanto i limiti del paranormale da fare invidia ai Ghostbusters (con annesso sbigottimento di Peter Venkman, al secolo Bill Murray, incluso nel prezzo); è impossibile invece tralasciare l’esigua percentuale del fondo indennità della giunta Renna. Bonariamente nel post di ieri si diceva che al sindaco Renna non solo sarebbe bastato confermare il fondo con il 20 percento ma che, anzi, proprio per dare un chiaro segnale che qualsiasi azione (anche la più nobile) può sempre essere migliorata avrebbe potuto aumentare la percentuale del fondo. Ecco, considerato che non si può avere la presunzione di pretendere tutto il fondo è stato sì confermato, ma è financo minore a quello applicato dalla giunta Rizzo. Del “fondo indennità” rimane il dieci percento. Così, stando alla delibera si avrà: per il sindaco 2.509,97 euro invece di 2.788,86, per il vice sindaco 1.380,48 euro invece di 1.533,87, per gli assessori 1.129,48 euro invece di 1.254,58, per il presidente del Consiglio comunale 251 euro invece di 278,89. Con il senno di poi si potrebbe dire che poteva andare anche peggio. Quel poco che è stato fatto, che rende onore a qualsiasi amministrazione che adotti tale misura, darà sicuramente sollievo ai cittadini meno abbienti. Su questo nulla da dire. Però, si poteva fare di più.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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