SAN PIETRO VERNOTICO: FESTA PATRONALE 2012, DUE ANNI DOPO

 

quando la Festa Patronale costò 19mila€

 

San Pietro Vernotico Festa Patronale 2014SAN PIETRO VERNOTICO – Quando si cerca di offrire un servizio pubblico che sia minimamente degno di tale definizione, si lavora per offrire un servizio di informazione efficiente. Quando è stato pubblicato su “Prima Pagina” il corrispettivo importo che la Pubblica Amministrazione di San Pietro Vernotico ha versato come contributo per i festeggiamenti della Festa Patronale, mai si sarebbe pensato di ricevere un feedback come quello registrato ad appena 24h dopo l’immissione in Rete. Centinaia di condivisioni da parte dei lettori e decine di commenti si sono susseguiti generando una discussione critica, quindi costruttiva, sui 39mila€ versati dal Comune. L’istinto naturale di un giornalista è quello di ponderare, meditare, verificare le fonti a propria disposizione e  poi agire scrivendo. Una riflessione è quindi sorta spontanea dopo la rispolverata di una delibera di Giunta, trattasi della n° 102 del 20/06/2012, nella quale venivano evidenziati i costi dell’allora Festa Patronale. Si potrebbe sorvolare sul fatto che due anni fa’ costò al Comune soltanto 19mila€, ma non si può sottacere su un piccolo grande dettaglio. Come si può evincere dal link QUI riportato, la delibera datata 2012 giustificava ogni singola uscita della somma totale in questione: dai concerti bandistici, sino al noleggio dei gruppi elettrogeni e SIAE. Insomma, una delibera trasparente così come dovrebbe essere. Ben differente è invece quella del 2014 nella quale è indicata la sola somma impegnata dal bilancio amministrativo. Sia chiaro: la presente riflessione non è da riferirsi sul merito (sul denaro impiegato e destinato nessuno vuol metterci il dito né elargire consigli a riguardo) quanto piuttosto sul metodo attraverso cui le delibere sono state redatte. Innegabile è infatti lo stridente contrasto che le contraddistingue. Null’altro vuole aggiungere “Prima Pagina“, primo perché il pezzo verrà metabolizzato dai lettori, secondo perché il tutto rientra nei doveri primari di un giornalista, quale il diritto di opinione. Sarebbe una sottolineatura banale per qualsiasi altro contesto, ma non per quello sanpietrano in cui un giornalista che cerca di adempiere al proprio dovere viene visto alla stregua di un marziano financo dai suoi stessi simili. Un po’ come il film cult di John Carpenter, “Essi vivono“: si è in apparenza tutti uguali, ma basta un paio di occhiali da sole per distinguere i “buoni” dai “cattivi”.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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