VALESIO VERRA’ PRESTO INSERITO IN UN OPUSCOLO TURISTICO

di MARCO MARANGIO

TORCHIAROLO – L’area archeologica di Valesio diverrà meta turistica completamente visitabile.
Storicamente parlando, si ricorda che Valesio è un insediamento messapico situato a metà strada tra Brindisi e Lecce, ma rientra nel territorio comunale di Torchiarolo poiché si trova proprio a pochi chilometri dal centro urbano ed è immerso nelle campagne coltivate da oliveti e vigneti. Nello specifico, l’area archeologica possiede una vasta estensione comprendente, oltre allo scavo risalente all’epoca romana, anche le mura messapiche, il Canale “N’focaciucci”, la “Pagghiara” che si affaccia a ridosso del letto dell’antico fiume navigato da popolo messapico.
Tutti i luoghi sopracitati, saranno mete visitabili dai visitatori attraverso un apposito percorso cicloturistico che percorre l’intero perimetro dell’area archeologica, in presenza di quei profumi naturali e della vegetazione, che pare essere rimasta del tutto inalterata. Valesio ritorna a vivere grazie all’area vasta tramite i finanziamenti dei  P.o.r. Regione Puglia, P.i.s.  n° 12 “Normanno-Svevo-Angioino”, mis. 2.1 che ha previsto il recupero, la valorizzazione e la fruizione.
Mente ideatrice dell’opuscolo turistico nel quale verrà inserito Valesio, che andrà in stampa tra pochi giorni presso la Bit di Milano, è Mariateresa Contaldo, giovane dottoressa in Beni Culturali. Attraverso la propria ditta “Tetart”, si occupa di organizzazione di eventi culturali, mostre, turismo, comunicazione. Oltre al catalogo ha curato diverse mostre d’arte contemporanea con artisti come Monica Lisi, Francesco Pasca Massimo Quarta, Pio Tarantini, Antonio De Luca, Ingrid Simon, Chiara Vergari, nonché alcune rassegne culturali come il “Mio vino”, “Tana libera tutti” “Emozioni Incantate”.
“Quel che si sta cercando di creare – afferma Mariateresa Contaldo – è di formare qualcosa di interessante a livello turistico che possa maggiormente attirare i visitatori. Ciò che dovrebbe essere Valesio è un circuito archeologico inserito nel territorio di Brindisi e Lecce e, si spera, anche a livello nazionale. Poiché tra la realtà di Muro Tenente, il castello D’Alceste a San Vito dei Normanni ed Egnazia ad Ostuni sarebbe doveroso anche inserire Valesio. Il senso di tutto è questo: il catalogo che andrà tra poco in Bit, si affianca a ciò che viene inteso come grande Salento ma che non può essere legato soltanto all’enogastronomia. Credo che il futuro di Valesio, a causa dell’impossibilità economico finanziaria del Comune  per creare un sistema di videosorveglianza che controlli il museo e al complicato iter burocratico per farci avere i resti dell’area archeologica, sia utilizzare forma alternative. Tali forme possono essere di diverso genere: la visione 3D, le ricostruzioni con pannelli didattici e cartonati, organizzare delle giornate immerse nella storia. Si dovrà cercare di dare un indirizzo tematico a quello che è il parco archeologico. Bisogna uscire fuori dal rigido schema delle visite guidate e pensare, ad esempio, anche all’aspetto botanico del luogo perché dove un tempo v’era l’antico letto del fiume c’è un tratto di natura che è rimasto quasi incontaminato”.
Un modo originale per rivalutare Valesio, pertanto, quello  pensato da Mariateresa Contaldo che si spera possa al più presto attuarsi per un nuovo modo di rivivere e raccontare il passato  al fine di riuscire  ad abbattere le barriere del tempo.

Senzacolonne 27/01/2011

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

2 commenti:

  1. Spero che il recupero interessi anche i resti delle antiche mura ormai invase dalle sterpaglie(come quelle c/o Masseria Grande e Mura lato sud).Mi auguro che si possa creare un percorso turistico con le segnalazioni dei vari ritrovamenti.
    Se avete bisogno posso darvi una mano.

  2. ma cosa avranno da vedere i visitatori,nulla!
    tutto abbandonato,le mura divorate dalla vegetazione.Ci vorra davvero un recupero serio.
    Ma servono soldi,credo gli stessi che saranno divorati dai magna magna.Speriamo bene.

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