CELLINO SAN MARCO – Grande affluenza di pubblico alla dodicesima edizione di Benvenuta Vendemmia. Organizzata, come ogni anno dalle Cantine due Palme, questa ultima edizione pare avere tutte le giuste caratteristiche affinchè venga annoverata tra le migliori riuscite sin’ora. Per un’intera giornata, infatti, il paese di Cellino san Marco è stato attraversato da centinaia di camion e trattori dei tanti soci che si recavano in cantina per depositare la propria uva, diversa per genere e tipologia, ma sicuramente di indubbia qualità. Al contempo, numerosa la fila dei tanti appassionati di enogastronomia che, con l’occasione, hanno potuto non solo degustare le novità della nuova annata, ma soprattutto effettuare lunghe passeggiate in vigna alla riscoperta della cultura della vendemmia. “La finalità di questa iniziativa – spiega il presidente Angelo Maci – è quella di far rendere conto al consumatore di vino, sostanza di per sé elementare, come quest’ultimo viene prodotto e quali sono le sue fasi di trasformazione. Benvenuta Vendemmia coincide con la piena vendemmia e oggi siamo certi di avere il conferimento di oltre 250mila quintali di uva. Il nostro obiettivo sono le tante famiglie che, recandosi qui quest’oggi, possono osservare con i propri occhi come viene scaricata l’uva, come viene pigiata e lavorata. E’ bene tenere a cuore questi aspetti, perché la terra è nelle nostre radici da tante generazioni”.
E’ stata, infatti, una caratteristica fondamentale di queste attività veder giungere soci e viticoltori di tutte le età, simbolo di un lieve ricambio generazionale nonostante non manchino i problemi.
Lavoro da tanti ormai – spiega il viticoltore Mario Tarantini – e posso dire che è un’attività piena di passione e tradizione. Purtroppo i giovani vengono a lavorare, ma il ricambio vero e proprio avviene a rilento. Sono davvero in pochi, coloro che iniziano con entusiasmo e che perdurano su questa strada. Andando di questo passo, non ricorderemo più che siamo figli della terra”.
Un giudizio ulteriormente più critico ed obbiettivo quello di Emilio Simone, giovane imprenditore, che enuncia in modo chiaro la sua opinione a riguardo: “La verità è che siamo in ginocchio. La situazione è critica e giorno per giorno non sappiamo più cosa fare. Purtroppo l’agricoltura sta morendo ed in queste condizioni non credo ci sia un miglioramento, tra contributi e prodotti che non si vendono. Mai come in questo momento l’agricoltura ha sofferto tanto e la causa di tutto ciò è la politica. Non c’è la voglia, da parte delle istituzioni, di affrontare questo discorso. Si fanno soltanto altri programmi, progetti industriali ed accordi con diversi paesi perché vogliono far andare avanti altro ma non l’agricoltura. I prodotti arrivano qui, da altri paesi, a prezzi stracciati e non siamo in grado di affrontare questi prezzi perché abbiamo dei costi troppo elevati. Acquistiamo quel ci serve a costi triplicati. Questa è la cruda verità.”
In definitiva, le bottiglie di novello sono state sì stappate in allegria ma sotto la luce della realtà quotidiana di quei viticoltori, giovani o no che siano, che combattono quotidianamente la crisi economica e produttiva di questi tempi. Ciò che ci si augura, nonostante i fatti enunciati, è l’instaurazione di un dialogo costruttivo da parte le parti che agiscono in tal senso affinché si raggiunga il ricambio generazionale di cui c’è bisogno.
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SenzaColonne 21/09/2010