Corpo speciale – Zagor 60 – recensione

Corpo Speciale: soggetto e sceneggiatura di Moreno Burattini, disegni di Marco Verni, copertina di Alessandro Piccinelli, 96 pagine, bianco e nero

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Zagor 60: anniversario di una leggenda

Era il 15 giugno del 1961 quando uscì il primo albo a strisce di Zagor. Da allora, tutta Italia (ma non solo) ha iniziato a scoprire ed amare lo Spirito con la Scure. Nato dalle menti di Guido Nolitta e Galieno Ferri, Za-gor-te-nay non ha conquistato soltanto Darkwood ma il cuore di tanti appassionati. Le generazioni sono passate, ma il simbolo inconfondibile di Patrick Wilding non è cambiato nel tempo.
Anzi, si è rafforzato e questo traguardo del sessantennale ne è la conferma.
La Sergio Bonelli editore, infatti, ha iniziato i festeggiamenti con questo albo fuori dall’ordinario. Anzitutto perché è una storia auto conclusiva (cosa rara per Zagor), ma soprattutto perché allegato in omaggio a Corpo Speciale possiamo trovare la copia anastatica della storica prima avventura del nostro amato eroe. “La foresta degli agguati” rivive ancora nel 2021, segno tangibile di un mito senza tempo.

Darkwood, 60 anni dopo

Gli eventi narrati in questo albo partono dal passato. Zagor torna nel luogo dove è morto il suo padre putativo e mentore: “Wandering” Fitzy. La vendetta consumata per colpa del folle predicatore Salomon Kinsky non bruciò soltanto la vita di Fitzy, ma anche quella del giovane Wilding. Per la prima volta, lo Spirito con la Scure ricorda questi tragici avvenimenti con il fedele Cico.
Facendo i conti con il proprio retaggio, Zagor affronta però una minaccia del presente. Una squadra speciale dell’esercito, la “Snipers Force“, miete vittime di pellerossa. Inutile dire che il giovane Wilding prenderà in mano la scure ancora una volta.

Come celebrare lo Spirito con la scure

Inutile girarci attorno: tutto, in questo Zenith 722, è un richiamo alle origini. E non è un male, anzi. I testi di Burattini ed i disegni di Marco Verni omaggiano i maestri del passato. Riconoscibili i tratti di Ferri che passano per le matite di Verni, così come lo spirito di Zagor maturato da Nolitta viene rievocato da Burattini. Per non parlare della copertina di Piccinelli che è un volutissimo richiamo alla prima leggendaria copertina della striscia zagoriana. La qualità di questo albo risiede proprio in questo: rendere onore ai “padri costituenti”, senza scadere nella banalità o nella ridondanza.

I festeggiamenti per il sessantennale di Zagor sono appeni iniziati e noi zagoriani siamo ansiosi di proseguire.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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