di MARCO MARANGIO
SAN PIETRO VERNOTICO (contrada S.Barbara) – “La lotta alla mafia la si fa a Roma con le leggi giuste”.
Questo uno dei tanti moniti che, don Luigi Ciotti, ha rivolto ai tanti giovani presenti all’incontro che si è tenuto questa mattina presso la nota villa confiscata in contrada Santa Barbara. A termine dei lavori fatti nei campi confiscati, nei quali hanno collaborato i giovani volontari dell’associazione, Libera ha voluto incontrare il proprio presidente anche alla presenza dei sindaci di San Pietro Vernotico, Mesagne e Torchiarolo e di don Raffaele Bruno.
Don Luigi Ciotti, manifestando ancora una volta il proprio talento comunicativo ha commentato il significato e la testimonianza di quanto operato nei mesi di luglio ed agosto dai tanti volontari: “Con la vostra presenza qui – ha esordito il presidente di Libera – avete dato prova di come tante storie, messe assieme, possono contribuire alla formazione di un’unica grande storia”.
Don Ciotti ha poi continuato con un piccolo ex cursus di quelle che sono state le battaglie portate avanti e vinte da Libera che, una volta considerate impopolari, hanno poi dimostrato tradursi in concreta realtà.
“Ricordo ancora quando nel ’96 si raccoglievano le firme per il confisco dei beni. Ci prendevano per matti. Ora è possibile grazie al contributo di tante persone e di tante realtà”. Il discorso è irrimediabilmente sfociato nel contesto politico-sociale attuale:
“Le leggi non possono essere scritte solo sulla carta, ma bisogna attualizzarle nel quotidiano. Sono 17 anni che nel codice penale i danni contro l’ambiente non sono considerati come reati. E’ dal 1999 che non si applica la convenzione di Strasburgo, la quale prevede la corruzione come reato”.
Proprio per questo motivo don Luigi Ciotti ha affermato: “A breve ci presenteremo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per consegnargli formalmente quel milione e passa di firme che sono state raccolte al fine di considerare tale convenzione”.
Non è stato risparmiato un sottile riferimento alla mai conclusa manovra finanziaria: “La corruzione costa all’Italia 560 miliardi € l’anno. Ciò significa che i soldi sappiamo bene dove prenderli e, proprio per questo, non v’è bisogno di infierire sulle famiglie più deboli”.
Concludendo il presidente di Libera, oltre ad aver ricordato con affettuosi aneddoti la figura di don Tonino Bello, ha portato il pensiero alle vittime di mafia ed ai loro parenti che, giorno per giorno, vivono sì con l’indelebile ferita nel cuore, ma al contempo testimoniano con coraggio la propria libertà.
L’ultimo pensiero è stato riservato ai giovani: “Ricordate ragazzi, il dono che abbiamo ricevuto è la libertà e la nostra vita ci chiede di usare la libertà per aiutare chi libero non è”. Un incontro formativo che, si spera, possa trovare una continuità tra i tanti giovani che hanno assistito e contribuito attivamente nella realizzazione del libero diritto al lavoro.