STAR TREK INTO DARKNESS : UNO SPIRAGLIO DI LUCE NELL’OSCURITA’ DELLO SPAZIO PROFONDO

Genere: Fantascienza
Attori: Chris Pine, Zachary Quinto, Zoe Saldana, Benedict Cumberbatch, Alice Eve, Karl Urban, Simon Pegg, John Cho, Anton Yelchin, Bruce Greenwood, Peter Weller
Regista: J.J. Abrams
Musiche: Michael Giacchino
Anno: 2013
Durata: 129 min
Voto: ***

Star-Trek-Into-Darkness-Official-Teaser-Trailer-realesed-625x452

Kirk (Chris Pine), degradato dal comando per aver salvato la vita a Spock (Zachary Quinto), infrangendo le regole, verrà riabilitato in seguito ad un attacco terroristico alla Confederazione. L’attacco è stato provocato da Kahn (Benedict Cumberbatch), un terribile terrorista dall’oscuro passato. J.J. Abrahms dopo aver girato il suo primo capitolo sulla saga di Star Trek, rilanciando la serie, ci riprova. Buon risultato, il film si distingue nettamente da molti altri lungometraggi fantascientifici di serie B, confezionati da seria A. Il film non è fatto solo di effetti speciali e di svolazzanti astronavi, si nota sin dall’inizio una buona stesura della sceneggiatura che si concentra molto sui personaggi. Gli sceneggiatori Alex Kurtzman, Roberto Orci e Damon Lindelof portano i protagonisti a vivere situazioni estreme e si chiedono se l’amicizia, anche quella più indissolubile, può avere dei limiti. Lo spettatore si ritrova quasi a vivere quelle immagini, si pone le stesse domande del capitano Kirk e del dottor Spock. Spesso ci si chiede: “Cosa avrei fatto in questa situazione?”. Quindi un’immedesimazione totale con gli eventi. Il film mette a fuoco la strana amicizia tra Kirk e Spock, a volte forte ed indistruttibile, altre volte diverbiale e fragile. La sceneggiatura si propone di trasmettere un messaggio importante: nonostante le “spaziali difficoltà” che la vita quotidianamente ci presenta, i veri amici sono coloro che perdonano e tollerano, che vivono l’amicizia come una storia d’amore. Essere diversi non è un ostacolo alla fratellanza e la razionalità in una vera amicizia, come in un rapporto sentimentale non sempre dà le risposte esatte. Rischio e irrazionalità hanno dunque motivo di esistere nei rapporti umani. 

Star Trek Into darkness - poster

Star Trek Into darkness – poster

Kahn, storico nemico (molto apprezzato dai fan), torna sul grande schermo, ospite di questa seconda pellicola. Ritorna in nuova veste, ma i cambiamenti adottati non “disturbano” la storia classica anzi l’arricchiscono. “L’ira di Kahn” non esplode fin da subito, un personaggio più “dark” (non a caso la scelta del titolo), ambiguo ed indecifrabile. La “rabbia” e l’intelligenza, caratteristiche che hanno fatto il personaggio nella serie classica, interpretato da un grande Ricardo Montalban, ci sono ma impersonate diversamente. A mettere i bastoni fra le ruote all’equipaggio dell’Enterprise sarà anche l’ammiraglio Alexander Marcus (Peter Weller) della Confederazione e qui gli sceneggiatori criticano le decisioni governative belliche americane. Guerre nate solo per interessi e profitti di pochi.  Il film è pieno di citazioni trekkiane e non solo; convincente e ben assortito il cast, gradevole la colonna sonora di Giacchino. Si percepisce una crescita del director, “ performance” migliore senza ombra di dubbio rispetto ai lavori precedenti. Forse l’unica nota negativa da rimproverare agli sceneggiatori è il solito abito che oramai vestono i supercattivi in America: l’abito del terrorista e dell’anarchico. Questa l’influenza dell’attacco alle torri gemelle del 2001 che si protrae fino ad oggi e che intacca purtroppo molte pellicole occidentali ingozzandole di uno stucchevole patriottismo. Questi reboot si discostano per certi aspetti dai film storici degli anni ‘80, nel senso che non hanno alcun tipo di legame con la serie TV, ciò che invece i precedenti lungometraggi avevano. L’azzeramento della serie e l’ambientazione in un universo abramsiano, sono decisamente un fattore positivo; ciò allarga la cerchia degli spettatori e dà la possibilità di far nascere nuovi appassionati. Il film è un riscatto del genere fantascienza, insieme a Prometheus e a pochi altri, non un capolavoro, ma di certo una rivitalizzazione, se pur locale, del buon cinema.

di Michele De Lorenzo

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.