CAMINI A TORCHIAROLO: COME TI FALSO I RISULTATI

di MARCO MARANGIO

TORCHIAROLO – “Non è difficile azzerare i valori delle centraline. Anche a me a volte veniva ordinato di modificarli”.
A fare queste dichiarazioni è il torchiarolese Nicola Ferrari, ex dipendente Montecatini che, ormai in pensione da anni, offre la propria testimonianza e opinione a riguardo del “giallo” camini.
“Ho lavorato per ben 37 anni in Montecatini – dichiara Ferrari – e conosco bene il funzionamento delle candele. Di conseguenza, posso anche dire con certezza che ad inquinare non sono soltanto i camini del paese. Siamo capitati un pò come la favola dell’agnello che beve a valle del ruscello, mentre a monte c’è il lupo che lo sgrida perché crede gli stia inquinando l’acqua.”
L’ex dipendente Montecatini fa successivamente un calcolo oggetivo. Calcolo che è stato ormai fatto da tutti i cittadini di Torchiarolo, ma che non nuoce ricordarne i risultati.
Su 5mila persone presenti come livello demografico, vi sono all’incirca meno di duemila case. Su queste case, in totale, sono sparsi poco più di seicento camini.
“Come è possibile – si chiede Ferrari – che ad ammazzare le persone di tumore siano proprio loro?”
Il pensionato si riferisce alle canne fumarie dei suddetti camini e, nel nominarle, ne indica qualcuna in lontananza. Effittivamente, la loro costituzione esile e minuta di certo non rispecchiano la famigerata accusa di dispensori di neoplasie.
Successiavamente, Nicola Ferrari entra ancora di più nello specifico attingendo alla sua pluridecennale esperienza sul campo:
“Io ho fatto lo strumentista e so bene come funzionano gli analizzatori, come sono composte le scale di valori, come fare gli esami. Proprio per queste ragioni e conoscenze so anche come si potrebbero falzare i risultati, aumentando o diminuendo il valore dello zero. Ricordo ancora quando i superiori ordinavano di modificare i valori prima dell’arrivo del controllo della Saub. Pertanto, andavo agli analizzatori, giravo i cromatografi ed abbassavo l’indicatore dello zero.”
Dinanzi a queste limpide affermazioni, ci si chiede cosa l’Arpa guadagni in tutto questo. Nicola Ferrari espone pertanto il suo parere affermando quanto segue:
“L’Arpa, essendo un ente regionale, ha interesse nel far venire sovvenzioni dalla Comunità Europea in Puglia. Siccome deve trovare un punto debole nel territorio, dal punto di vista ambientale, per dare testimonianza della credibilità quale organo di vigilanza in tal senso, a questo punto non devo far altro che pensare come si sia scelto Torchiarolo perché è un piccolo popolino facilmente controllabile e gestibile”.
Nonostante tutto, il paese di Torchiarolo attende l’installazione dei filtri nei camini domestici e, proprio su questo tema, Nicola Ferrari pone un’altra domanda: “perché non installare i filtri dove servono veramente?”

Senzacolonne 24/02/2011

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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