SAN PIETRO VERNOTICO – Riceviamo ed interamente pubblichiamo il comunicato stampa a firma del consigliere di opposizione Pasquale Rizzo circa la defezione del sindaco Maurizio Renna all’evento “Cantine della legalità” avutosi ieri mercoledì 22 luglio presso la villa confiscata all’ex tesoriere Scu da Libera Terra:
“San Pietro Vernotico prende le distanze dal Sindaco Renna. Ieri si è consumato un atto di una gravità enorme: il Sindaco Renna od il vice Sindaco Argentieri, seppure più volte invitati dal Sindaco di Torchiarolo Nicola Serinelli a prendere parte alla cerimonia che ha visto l’inaugurazione della “Cantina della legalità” realizzata sui terreni confiscati, hanno disertato facendo notare la loro assenza. Infatti inizialmente era presente in loco un agente di polizia Municipale con il gonfalone, ma ad un certo punto della serata questi ha ricevuto l’ordine del Sindaco Renna di allontanarsi dal luogo dell’evento, come se fosse un luogo ove malfattori stavano consumando momenti di illegalità e non già il luogo ove si stava rappresentando la vittoria dello Stato rispetto alla illegalità. Un gesto, viste le Autorità presenti, grave sotto il profilo innanzitutto istituzionale e poi anche morale. Si stava inaugurando il risultato di una opera finanziata con il PON sicurezza a valenza nazionale, si stava esaltando la creazione di una struttura che darà lavoro, ecosostenibile nata su beni confiscati: un traguardo immenso per il valore sociale, economico, culturale, morale, politico etc. etc. etc. Ci si chiede non solo se una stupida locandina priva del nome di Renna abbia un valore superiore rispetto a quelli sopra descritti, ma soprattutto, in maniera inquietante, chi ha consigliato o magari imposto al Sindaco di far allontanare finanche il simbolo della Comunità presente in loco: Gonfalone e vigile urbano! Di chi è ostaggio oggi il Sindaco per assumere tali inspiegabili comportamenti; Renna, Argentieri ed Amministrazione di San Pietro Vernotico: da quale parte state? Sembra che la scusa addotta dal Sindaco di San Pietro Vernotico sia stata, appunto, quella di non aver visto inserito il proprio nome sulla locandina tra i relatori: di tanto era già a conoscenza da tempo, perché mandare vigile e Gonfalone per poi farlo allontanare? La scusa non regge! Mi risulta peraltro che il Sindaco Serinelli abbia quasi esortato Renna ad essere presente e che avrebbe fatto le pubbliche scuse per tale assurda mancanza peraltro a lui non ascrivibile: anche tale assicurazione non ha sortito effetto, ed allora è evidente che vi sono altri e più profondi motivi alla base della assenza. Del resto ricordo che in tutti gli eventi svoltisi presso l’immobile confiscato durante il mio mandato da Sindaco, lo scrivente non solo non è mai stato inserito tra i relatori ma non si è mai sentito colpito da tale paventata lacuna. Qualcuno spieghi al Sindaco Renna (ma vi è il convincimento che ciò gli sia ben chiaro) che vi sono contesti nei quali non è importante apparire, ma essere presenti, far sentire la vicinanza di una comunità, stare accanto alle massime istituzioni in un momento di legalità così esaltante proprio in funzione del segnale univoco e forte che deve prevalere su qualsivoglia personalismo.
Chi non è presente evidentemente vuole dare un differente segnale. Capisco che per Renna la politica è l’apparire su Facebook con la pala di Fico d’India in mano mentre lui, su un cantiere mai autorizzato e su beni non comunali posiziona pietre e piante (ricevendo tanto di diffida alla rimozione di quanto abusivamente realizzato dalle competenti autorità), in totale disprezzo della norma: probabilmente per questo e per altri motivi si trova a disagio nell’ascoltare concetti di legalità e rispetto delle regole e non partecipa a contesti nei quali il suo nome non risulta scritto sulla locandina da postare sui social network; ma i cittadini di San Pietro Vernotico hanno altri pensieri ed altri convincimenti e soprattutto richiedono ben atri segnali. Del resto l’Amministrazione da me presieduta ha realizzato con finanziamenti pubblici e cofinaziamento comunale su un terreno che per decenni è stato abbandonato dopo essere stato confiscato alla mafia una struttura (centro interculturale al piano terra e casa accoglienza al primo piano) che, nonostante l’affidamento conseguente a gara a cooperativa di tipo “A” e l’acquisto degli arredi, a tutt’oggi è chiusa e non si è avviata l’attività. In poco tempo due segnali gravi ed inquietanti, per cui la preoccupazione in siffatti contesti e riscontrando siffatti comportamenti è ai massimi livelli. Nel chiedere alle Autorità un livello di attenzione sulla nostra Comunità più che elevato, chiedo scusa a S.E. L’Ill.mo Prefetto di Brindisi, l’Ill.mo Procuratore della Repubblica, l’Ill.mo Vescovo, ai rappresentati di Libera, ai rappresentanti del Governo al Presidente della Regione e della Provincia ed al Sindaco di Torchiarolo a nome di tutti i cittadini di San Pietro Vernotico che ancora credono sui presidi di legalità e sul senso di appartenenza ad una comunità che, solo unita e coesa, al di là dei “pennacchi” assertivamente infranti, può continuare a rigettare i continui tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. La “Cantina della legalità” in Torchiarolo è solo un tassello di ciò che le Autorità presenti ieri stanno costruendo nel tempo, una “comunità della legalità” nella quale San Pietro Vernotico è stata e sarà sempre presente in forma attiva e non solo formale, anche contro il volere del Sindaco attuale!
Avv. Pasquale Rizzo