di MARCO MARANGIO
SAN PIETRO VERNOTICO – “Cristiani con la coscienza sempre accesa.”
Questo il titolo del recente incontro tematico sul prossimo referendum che si terrà, come ben si sa, il 12 ed il 13 giugno. La tavola rotonda, organizzata a livello interparrocchiale presso l’oratorio della Chiesa Santi Angeli Custodi di San Pietro Vernotico, è stata realizzata in sintonia con la campagna informativa voluta dalla Diocesi di Lecce, al fine di rendere più concrete ed accessibili le tematiche sulle quali tutti i cittadini saranno chiamati ad esprimersi, ossia sulla privatizzazione dell’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento.
A relazionare queste ultime questioni sono stati esperti del settore: il professore Claudio Cazzato assieme agli avvocati Anna De Giorgi e Francesco Tuccari.
Il prof. Cazzato ha esposto numeri e conseguenze delle diverse installazioni di centrali nucleari. Si parla, infatti, di 442 reattori sparsi in 29 paesi del mondo. Di questi 442, 150 fanno parte del territorio europeo. Molti di essi, tra l’altro, così come spiegato dal professore, sono in stretto e vicino contatto con la nostra terra italica. I due più vicino, entrando nello specifico, risultano essere i reattori della Francia e della Slovenia.
“Citiamo questi due reattori – ha spiegato Cazzato – per prendere in esame ciò che potrebbe accadere in caso di incidenti. Per fare un esempio, nel vento proveniente dal Giappone in Italia, dopo il drammatico incidente, sono state trovate tracce di Iodio131”.
Una vicinanza, pertanto, che si rivela alquanto pericolosa per il nostro territorio. Pericolosità che, in caso di un nefasto incidente, non arrecherebbe danni soltanto a noi.
“A fare i conti con l’inquinamento – continua il professore – sarebbero anche le generazioni future. A pagare il conto dei nostri errori saranno i nostri figli e nipoti. I rifiuti radioattivi arrivano sino a 4mila metri cubi e, se non si troveranno modi nuovi e congeniali per smaltirli rapidamente, verseremo sulle spalle delle prossime generazioni il peso dei costi e della vita”.
Altrettanto incisivo e completo è stato il discorso di Anna De Giorgi che, quale membro attivo del gruppo che si propone di far rimanere l’acqua un bene comune, ha enunciato gli oggettivi riscontri negativi che si avrebbero in una gestione privata dell’acqua.
“Non si può assolutamente privatizzare – dichiara con fermezza l’avvocato De Giorgi – un monopolio naturale come quello dell’acqua pubblica. Tutto ciò ha una conseguenza anche logica, perché non possono coesistere sullo stesso territorio due acquedotti. Per la sua stessa natura l’acquedotto è unico e solo”.
Attraverso incisive e complete slide, Anna De Giorgi ha poi portato alla visione del pubblico quali sono stati i risvolti negativi di una gestione privata dell’erogazione d’acqua fatta da “Acqua Latina S.p.a.”, partendo dagli immancabili conflitti d’interessi sino ai favori clientelari profusi ed ottenuti dalla stessa società.
Ultimo punto, ma certamente non meno importante, è stata la discussione informativa portata dall’avvocato Francesco Tuccari concernente la questione referendaria sul legittimo impedimento che vede come protagonista il premier Silvio Berlusconi, con corredo dei propri ministri. Nello specifico si ricorda come i cittadini non siano chiamati ad esprimersi nell’interezza del legittimo impedimento, ma su una modifica dello stesso. Modifica che prevede, nel caso di processi riguardanti il presidente del Consiglio o un ministro, sia la stessa presidenza del Consiglio a sottoscrivere al Giudice il legittimo impedimento, che potrebbe giungere ad una sospensione massima di sei mesi.
Dagli interventi ascoltati, magistralmente tenuti dai relatori, si è compresa la cristallina posizione della diocesi leccese che, in sintonia con il direttivo nazionale, voterà SI a tutti e quattro i quesiti pur lasciando libertà d’espressione e scelta ad ognuno. Un ottimo modo, quello portato avanti dall’organico diocesano, che ha ben adempiuto al suo fine ultimo, ossia quello di informare i cittadini su quanto accadrà nei prossimi giorni, considerata la mancata campagna informativa che si sarebbe dovuta diffondere in tutta la penisola.