MERCATO IN CRISI: IL LAMENTO DEI COMMERCIANTI

CELLINO SAN MARCO – Economia quasi in ginocchio a causa dell’aumento tasse. La situazione pare essere sconcertante. Dopo la verifica, con dati alla mano, della situazione negativa sulla Tarsu in cui chi veniva penalizzato erano le associazioni di volontariato ed i commercianti, quest’ultima categoria ha esposto le proprie perplessità circa il futuro delle loro attività non soltanto per via della tassa sulla spazzatura, ma anche sulle altre tasse che gravano enormemente sulle loro spalle.
Il mercato cellinese, svolgendosi due volte la settimana, il martedì ed sabato, offre sì la possibilità di compra vendita ma al contempo ne vengono limitate enormemente  le potenzialità per le ragioni di cui sopra.
“La nostra categoria non viene tutelata in alcun modo”, afferma Giuseppe Pezzuto, ortofruttifero. “Questo è dovuto al fatto che parecchi produttori si spacciano per fruttivendoli, generando una concorrenza sleale. Per fortuna noi andiamo direttamente sulle fonti quindi riusciamo ad accorciare la filiera. La nostra attività è a conduzione familiare e, grazie a questo, riusciamo ad ammortizzare bene le spese. Da quando c’è stato il cambio moneta – continua il commerciante – le tasse sono anch’esse cambiate, ma di certo non in meglio. La pressione fiscale, infatti, è aumentata. Passando da lira a euro, non solo è aumentato il prezzo ma è anche raddoppiato il costo. Non esiste più il mercato degli anni novanta. Purtroppo, non c’è più attività che renda meglio delle altre. Siamo tutti sullo stesso piano, dall’edicolante, al commerciante, al benzinaio”.
Sulla stessa linea d’opinione risulta essere anche Giovanni Locorotondo, commerciante di genere vestiario.
“Le tasse per noi sono triplicate. Avvertiamo il peso, non tanto della Tarsu quanto del costo dei parcheggi. Le vendite scarseggiano ed, indipendentemente dal clima quotidiano che possa favorire o meno la riuscita di una giornata di vendita, riusciamo a malapena a coprire le spese. Non c’è più il vero mercato di una volta. Con l’avvento degli ipermercati, la gente è più propensa a fare acquisti lì piuttosto che sotto gli ombrelloni dei mercati di strada e per noi si riduce il margine di guadagno. Recuperare, almeno di una trentina di euro su ogni tassa pagata, la giornata è un’ impresa difficile. Anzi, io dovrei essere in quella categoria più agevolata perché compro a peso e vendo al pezzo. Quindi, lascio immaginare. Tutto questo lo dobbiamo all’ingresso dell’euro. Tra la tassa che si paga giornalmente, il consulente, il parcheggio che, tra l’altro, se mi reco sul posto o meno è comunque pagato, si riesce a racimolare e guadagnare poco e niente.”
Tali situazioni, rispecchiano sì la realtà economica dell’ Italia dei nostri giorni ma al tempo stesso si confrontano con quelle che sono le realtà fiscali del luogo in cui si vende.

Marco Marangio

SenzaColonne 06/10/2010

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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