Rimborsopoli, M5S: così non fan tutti

rimborsopoli, m5s, le iene, campagna elettorale, elezioni politiche 2018, tangentopoli, renzi, berlusconiPartiamo con una precisazione: l’appellativo «rimborsopoli» dato dai media al caso di mancati versamenti al fondo per le piccole e medie imprese da parte di alcuni parlamentari pentastellati è una iperbole.
L’assonanza semantica e politica vorrebbe avvicinare il caso in questione ai macroscopici episodi storici quali «tangentopoli» ed altri casi di ruberie varie verificatesi per più di vent’anni (appalti truccati), di rapporti familistici (caso Consip e banca Etruria), di conflitti di interessi (Berlusconi e tv, ma non solo)e di mala giustizia (sentenza dell’Urti su Cosa Nostra palermitana e le varie prescrizioni berlusconiane).
Che un manipolo di furbetti non abbia ottemperato al proprio dovere di versamento, in confronto, è poca roba. Sia chiaro: è un male a prescindere, ma è di diversa natura.
Anzitutto nessuno ha rubato nulla. Il fondo per le piccole e medie imprese è finanziato interamente con gli stipendi decurtati da parte dei parlamentari M5S, caso unico ed esemplare per la Repubblica italiana. Quindi, quando il boy-scout di Rignagno (al secolo Renzi) paragona il caso a «tangentopoli» mente sapendo di mentire. E’ lapalissiano che esista una fortissima differenza fra un milione di euro non versati (quindi non rubati a nessuno) e l’iconica, quanto mesta, scena di Mario Chiesa che cerca di scaricare le tangenti nel water.
Il Movimento 5 Stelle ha sbagliato? Ovvio che sì. L’ho affermato sul Fatto Quotidiano in tempi non sospetti ed in occasione delle «primarie» per il candidato premier: il Movimento deve controllare e «sistemare» sia la gestione locale dei meet-up, che i propri vertice. Difatti si noti come i principali «furbetti» in questione provengono sia realtà locali dove la loro appartenenza e partecipazione era più che sentita, che dai vertici nazionali. E’ giunto il momento, per il M5S, di diventare adulto. Ora più che mai. La differenza che contraddistingue il Movimento dagli altri partiti non è l’essere perfetti: è il modo in cui si risolve il problema. Il Movimento ha già «epurato» i colpevoli. Gli altri partiti li avrebbero messi in panchina per un po’, salvo poi reintegrarli dopo un paio di mesi.
Han fatto bene le Iene a sollevare il problema? Certo, è compito della stampa (in generale ed in tutte le sue forme) controllare che il politico faccia bene il proprio dovere.
A sbagliare, invece, è il sistema mediatico italiano poiché è sempre solerte ad occuparsi in maniera meticolosa del M5S e poco degli altri. Se la stampa avesse fatto il proprio dovere (come lo ha adempiuto con il caso in questione) ad oggi avremmo scoperto con largo anticipo tutte le ruberie politiche e partitiche che si sono susseguite negli anni. Abbiamo già rimosso quel «bubbone» di malaffare e di malapolitica che va sotto l’etichetta «mafia capitale»? Evidentemente si.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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