SAN PIETRO VERNOTICO – Dopo l’intervista al candidato del MoVimento 5 Stelle, Nicola Toraldo, “Prima Pagina” pubblica l’intervista integrale del sindaco Pasquale Rizzo:
Dalla vittoria trasversale del 2010 con pezzi della “sinistra – sinistra” (Idv e Sel) al 2015 con al fianco di esponenti di Forza Italia. Cosa è cambiato così drasticamente in questi cinque anni da farla apparire agli occhi dei cittadini e degli elettori così politicamente agli antipodi?
Non è cambiato assolutamente nulla, è rimasta immutata la visione della cosa pubblica che vede al centro il Paese e che ha intorno a se persone che credono in un progetto. Mi chiedo: può considerarsi di sinistra la scelta dell’ex sindaco Rollo che ha dato il patrocinio al concerto fatto da un cantante nella centrale Enel “Federico II” dimenticando gli scempi causati dal nastro trasportatore scoperto, o la nostra costituzione di parte civile contro chi ha inquinato? E’ più di sinistra lasciare un terreno confiscato alla mafia incolto e pieno di erbacce, oppure destinarlo ad una casa di accoglienza e ad un centro interculturale; è più di sinistra chi oggi (Regione Puglia) attraverso gli ambiti di zona ha assicurato a San Pietro Vernotico con fondi regionali solo 6 borse lavoro, o noi che dal 2010 ad oggi ne abbiamo assicurate 240 circa? Se pensiamo che Valzano è passato dai socialisti, a Forza Italia, all’UDC a Sel per poi finire nel PD, ci si rende conto che etichettare di sinistra o di destra personaggi simili è veramente difficile. L’art. 18 non lo ha cancellato Berlusconi, ma Renzi, per cui oggi è veramente difficile giudicare le politiche attuate ed “etichettare” quindi una compagine che amministra o governa. Ritengo che in una realtà come la nostra occorre da un lato guardarsi bene dall’allontanare i doppio- giochisti, dall’altro avere la forza di portare avanti un progetto senza dover dare conto a burattinai: io mi trovo nelle condizioni di poter affermare che o si Governa ed amministra secondo il mio modo di intendere la cosa pubblica, altrimenti si va a casa! Nessuno in provincia ha accettato la scelta di avere tecnici come assessori, eppure queste figure erano necessarie per dare la svolta, per risolvere i tanti problemi del Paese: non ho dovuto imporre tale scelta ai consiglieri, altrimenti avrei finito anzi tempo il mio mandato, tutti abbiamo condiviso la scelta. E’ stata questa la forza del progetto che ci ha unito. I risultati ci hanno dato ragione, sono oggettivi e ciò prescindendo da come poi il Paese “leggerà” l’azione svolta.
8 marzo 2012: decide di azzerare la giunta. Dopo il rimpasto amministrativo, che vede un drastico dimezzamento delle cariche assessorili, lascia comunque tutti i consiglieri comunali senza alcuna delega ufficiale. Ad oggi, si pente di questa scelta o crede che sia stata una buona strategia?
La seconda domanda si fonda su un assunto profondamente errato: dopo l’azzeramento della Giunta la stessa non è rimasta dimezzata, non ho nominato solo un assessore (ma mi rendo conto che tutti siamo i paladini del risparmio della cosa pubblica, ma siamo i primi a non evidenziare questo aspetto). È altrettanto sbagliato affermare che nessuno ha avuto deleghe: Guido de Vitis ha una delega al cimitero. In ogni caso, scendendo nel dettaglio, le deleghe assessorili implicano un maggiore impegno da parte dei consiglieri comunali, molti dei quali per problemi anche lavorativi non erano in condizioni di accettare. Dividere il lavoro è sempre utile, per cui non si è trattato di una “scelta strategica”, e se ci sarà occasione sarò ben lieto di assegnare deleghe ai vari consiglieri, soprattutto con il nuovo sistema elettorale che non costringe i consiglieri-assessori a dimettersi.
In qualità di sindaco di San Pietro Vernotico, è stato sempre dipinto come una figura “eccessivamente” ligia al proprio dovere, chiusa nel suo ufficio e dedita a studiare le “carte” amministrative. Crede davvero che avviare nel tempo una campagna di comunicazione ed incontrare, pertanto, più spesso i cittadini non avrebbe giovato ulteriormente alla sua immagine?
Non comprendo il concetto di “eccessivamente ligio al dovere”: uno o è ligio al dovere o non lo è, non ci sono vie di mezzo nell’amministrazione della cosa pubblica. Cosa significa poi “studiare le carte amministrative”. Vuol dire trovare la soluzione per i problemi del cimitero, di quelli legati allo smaltimento rifiuti, rivendicare i diritti dei cittadini, scoprire che qualcuno ha consentito ad una ditta di incassare €.1.400,000,00 circa per l’utilizzo di una discarica comunale sequestrata dalla Procura della Repubblica, studiare le azioni da avviare per ottenere finanziamenti, per avviare attività, per combattere le illegalità, per dare esecuzione ad opere pubbliche superando i vincoli del patto di stabilità? Se ci si riferisce a questo sono contento di essere stato ligio al dovere e di aver “studiato le carte” tanto bene da dare soluzione ai tanti problemi; io ho dimostrato di averne la capacità. E’ questo il dovere di un sindaco, e non fare attività di comunicazione per pensare alla propria “immagine”, al tornaconto personale. Come più volte ho dichiarato, il Paese oggi è ad un bivio: può scegliere un Sindaco ostaggio di qualcuno che può solo dedicarsi alla sua immagine senza dare soluzione ai problemi, o un Sindaco che ha già dimostrato di agire e trovare la giusta soluzione ai tanti problemi. Di certo erano tanti, ed in soli cinque anni si è riusciti a trovare soluzioni importanti per i più “scabrosi”. Ma qualcuno pensa che con i tagli del 40% dei trasferimenti al comune operati dal Governo e con i tanti debiti ereditati, se non si “studiano le carte” si possono raggiungere obiettivi così evidenti ed incontestabili (elevare la spesa sociale del 110%, realizzare tante opere pubbliche, consegnare un cimitero nuovo al Paese salvando €.900.000,00 circa di risparmi dei cittadini che qualcuno aveva fatto versare sui conti correnti privati della società senza garanzie,pagare i debiti, avviare 240 borse lavoro, essere l’unico comune che ha già erogato in due occasioni il bonus gas, gli anziani ed i disabili portati in piscina, etc.)? Certo, ogni tanto è opportuno essere più egoista, ed i rimproveri ricevuti in questa campagna elettorale per non aver dato il giusto risalto al tanto lavoro pubblicizzandolo nel tempo, devono tradursi in un consiglio da seguire.
Cimitero, zona PIP, ed altre opere pubbliche le ritiene sue fondamentali vittorie e punte di diamante della sua campagna elettorale. Di cos’altro avrebbe bisogno San Pietro Vernotico nei prossimi cinque anni?
Se si avvia il polo socio-assistenziale (non quindi una opera pubblica “statica” come un ponte, ma una opera pubblica che garantisce indotto ed attività lavorativa), in uno con la zona Pip, e si punta sulla valorizzazione del turismo, del patrimonio della Biblioteca Melli (creando un museo), il Paese può iniziare la sua lenta crescita e risalita. Certo il Governo Renzi ha tagliato del 25% circa il Fondo di Solidarietà (trasferimenti in favore del nostro Comune) del 2015 rispetto al 2014, per cui ogni ambizione e progetto poi va a scontrarsi con politiche del Governo di tagli agli enti locali. Il 50% della nostra IMU viene trattenuta dal Governo: vi sembra poco? Il completamento delle opere messe in cantiere e la partecipazione ai bandi per attingere ai nuovi flussi finanziari della Unione Europea sui diversi assi (turismo, cultura, giovani, commercio etc.) rappresentano la sfida dei prossimi cinque anni.
Chi sono stati i suoi principali finanziatori della sua campagna elettorale e quanto ha speso sinora.
Non ho finanziatori: come amministrazione abbiamo lasciato circa €.60.000,00 dei nostri compensi per aiutare economicamente le famiglie costrette a recarsi fuori regione per problemi di salute. Se avessimo voluto creare un fondo per finanziarci la campagna elettorale avremmo destinato sin dall’inizio del mandato amministrativo una parte dei compensi a tale fine. Facendo finta di non aver mai ricevuto i compensi degli ultimi 2/3 mesi, ci autofinanzieremo. Sino ad ora tra stampe e volantini ho speso circa €.1.000,00 (un mese e mezzo di compenso da sindaco, pur continuando a lavorare per il Paese), ma in ogni caso vivo del mio lavoro, ho redditi personali che mi consentono di poter sostenere i costi di una campagna elettorale. Il locale sede della lista civica è di proprietà dei miei genitori, per cui non pago canone di locazione, e tanti ragazzi convinti del mio progetto politico hanno dato disponibilità personale (non economica) ad aiutarmi facendo volantinaggio quando necessario.