SAN PIETRO VERNOTICO: LAVORI AL PALASPORT, 500 GIORNI DI RITARDO

palazzetto-sport1SAN PIETRO VERNOTICO – Cinquecento giorni di ritardo per finire i lavori. Una storia tutta italiana quella che ruota attorno al martoriato Palazzetto dello Sport di via Ancona. Un ultimo atto di delibera di Giunta comunale rispolvera un po’ quello che fa da sfondo, da background, alla vicenda che va avanti ormai da anni: il rifacimento del tetto e non solo del Palasport sanpietrano. Considerato che non è mai male riavvolgere il nastro per analizzare la realtà, Prima Pagina propone un breve “riassunto” della vicenda nei suoi tratti più salienti, usufruendo anche dei link visto e considerato che della vicenda ci siamo occupati dal principio.
Tutti ricorderanno quell’epifania del 2012 nella quale, dopo una tempesta tutt’altro che anomala, venne danneggiato il tetto del Palasport. Il vento aveva sì divelto parte della copertura, giacché il palazzetto deficitava di ristrutturazioni sia ordinarie che straordinarie. Nel febbraio 2012 è stata approvata la progettazione presentata dalla ditta Casa Energia srl di Lecce. A che costo? La somma complessiva era di ben € 105.424 di cui € 95.840 per lavori ed € 9.584 per Iva del 10%. Nella progettazione si includeva la direzione dei lavori e la redazione del certificato di esecuzione il tutto affidato all’architetto Vanina D’Anna, mentre il coordinamento alla sicurezza era affidato all’ingegnere Michele Zaccaria, in considerazione del fatto che erano entrambi dipendenti del Comune sanpietrano.

fonte: brindisinews.com

Cosa prevedeva il contratto di appalto? Il contratto, stipulato in data 04/07/2012 con la ditta Casa Energia srl, stabiliva l’ultimazione dei lavori in data 10/09/2012.
Cosa è successo? Durante l’appalto, il Comune di San Pietro Vernotico ha contestato più volte alla ditta appaltatrice la non esecuzione dei lavori secondo quanto pattuito, inosservando così gli obblighi contrattuali. Già il 24 settembre 2012, quando la ditta avrebbe già dovuto ultimare i lavori, l’Amministrazione aveva segnalato sia il primo ritardo sia quanto le infiltrazioni continuassero a ledere la struttura del Palasport. Proprio questa mancanza costrinse poi il Comune ad affidare alla ditta Parquet Point di Cellino san Marco la somma di €5.808, di cui €3.850 per i lavori di riparazione del parquet. L’Ufficio legale diffidò quindi la ditta affinché realizzi in tempo quanto previsto il giorno 29 ottobre 2012 tramite verbale. Nello stesso verbale venivano concordate le condizioni per la risoluzione delle problematiche, che risultavano essere le seguenti: ultimare e collaudare le opere entro 30gg dalla liquidazione del 1° Sal offrendo in maniera gratuita, a titolo di risarcimento del danno subito dal Comune, i lavori di rifacimento della impermeabilizzazione di una porzione ulteriore della copertura del palazzetto, attraverso pannelli di polistirene e copertura in guaina impermeabilizzante per una superficie di 60 mq.

fonte: brindisinews.com

Cosa è successo dopo? L’anno 2013 è stato, per così dire, l’anno delle diffide e dei rinvii. Il Comune di San Pietro Vernotico ha infatti inviato non poche comunicazioni alla ditta appaltatrice per le nuove infiltrazioni di acqua piovana (vedesi quella in data 15 gennaio 2013), senza contare che anche il Comando di polizia Locale ha contestato lo stesso disagio. Il 21 gennaio dello stesso anno, infatti, il Comune ha contestato nuovamente il grave inadempimento alle “obbligazioni contrattuali concedendo 7 giorni per “porre definitavamente rimedio alle infiltrazioni d’acqua piovana”. La ditta ha in ultimo, in data 29 marzo 2013, contestato al Comune “ogni addebito in merito ai fatti contestati e constatava che, nonostante le recenti piogge, non si erano riscontrate infiltrazioni all’interno del palazzetto”.
Così si è giunti, a grandi linee, ad oggi in cui l’Amministrazione di San Pietro Vernotico riconosce che “il continuo danneggiamento della struttura è chiaro sintomo della cattiva progettazione”, riconosce la mancata risoluzione definitiva delle problematiche sorte con la ditta Casa Energia srl e che la stessa ha accumulato ben 500 giorni di ritardo sul termine contrattuale di ultimazione dei lavori. Come ultimo atto, il Comune ha recentemente deliberato l’ultima, si spera davvero, risoluzione contrattuale di cui sotto:

– L’Appaltatore si impegna a trasmettere all’Ente Appaltante, prima dell’inizio dei lavori, la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, assicurativi ed antinfortunistici e quadrimestralmente copia dei versamenti contributivi, previdenziali, assicurativi nonché di quelli dovuti agli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva.
– Oltre all’esecuzione dei lavori alla ditta appaltatrice vengono affidati: la progettazione esecutiva, il collaudo per quanto di competenza, nonché la definizione della pratica GSE.
L’appaltatore è tenuto a:
eseguire la progettazione esecutiva entro 15 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data dalla data del verbale di consegna dei lavori;
allestire il cantiere entro i successivi 10 giorni naturali e consecutivi;
eseguire i lavori entro i successivi 50 giorni naturali e consecutivi;
fare eseguire l’allaccio ENEL entro i successivi 40 giorni naturali e consecutivi;
definire la pratica GSE entro i successivi 120 giorni naturali e consecutivi.
L’appaltatore non può per nessuna ragione sospendere o rallentare l’esecuzione dei lavori.
La penale pecuniaria di cui all’articolo 145 del D.P.R. 207/2010, rimane stabilita nella misura di € 50,00 per ogni giorno di ritardo rispetto a ciascun adempimento elencato al precedente articolo denominato “Tempi di esecuzione”.
L’Appaltatore è responsabile per ogni difetto di costruzione accertato dal direttore dei lavori nel corso dell’opera, ferme restando le responsabilità derivanti dal mancato, totale o parziale, collaudo dell’opera.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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