Vernissage della personale di pittura di Maria Conserva ‘Lune erranti’

Inaugurato  di recente “Lune Erranti”, la Personale di pittura di Maria Conserva. La mostra, organizzata da “Il Grifone Arte Contemporanea” e dall’Ass. Le Ali di Pandora, con il patrocinio del Comune di Lecce, sarà visitabile sino
al 12 dicembre 2009 presso le Officine
Cantelmo
, V.le De Pietro – Lecce.

La pittrice Maria Conserva si presenta
come artista colta e raffinata, peraltro già recensita nel 2006 con testi su
catalogo da Vittorio Sgarbi. Una
presentazione di tutto rispetto, per delle opere sature di simbolismo. Come ad
esempio la luna: elemento cosmico che ha generato innumerevoli miti ed ispirato
poeti ed artisti, è qui presente come rappresentazione del femminile, delle
maree, astro dei cambiamenti, del mondo sommerso e profondo senso di passione che
si contrappone al mondo razionale.

La luna ancora,viene divinizzata e
celebrata nei riti di morte-rinascita per il processo che la vede crescere fino
a risplendere nella sua pienezza, per poi calare fino alla sua scomparsa
diventando metafora di un viaggio, archetipo di infinita risonanza.

Bene è ricordare, a tal proposito, ciò
che scriveva Adonis nelle Metamorfosi: “Il visibile viaggia nell’invisibile. Il
senso viaggia nelle immagini”.

L’arte pertanto ha un ruolo da
protagonista dove il suo proponimento è quello di porre enigmi, di renderli
visibili senza che sia essenzialmente necessario proporre una soluzione.


La luna diviene, al contempo,
approfondimento dell’elemento femminile che non si realizza soltanto nella
bellezza e nella maternità, ma persino nella presa di coscienza. Essa accoglie
domande e cattura lo sguardo dello spettatore fino a renderlo un tutt’uno con
il dipinto.

Tale luna errante è il soggetto primario
per l’artista Maria Conserva traendo ispirazione dai grandi artisti
contemporanei.

Ciò che colpisce e cattura è la sintesi
delle figure che si abbraccia con il fascino dell’immobilità e con la
dimensione di calma e tranquillità interiore. Ed è qui che l’introspettiva e la
soggettività artistica si manifestano apertamente.

La parte cromatica ha in sé dei colori
audaci e contrastanti dove la sfumatura inquieta e l’aspetto visionario raggiunge
un limite: in esso si ha la materializzazione del sogno che abbandona la
ricerca estetica per rivelare forti e sincere emozioni.

La luna è anche il mistero che si
trasforma in immagine. L’artista, in tal caso, si spinge oltre l’epidermide
“delle cose”, interpretando il principio della mutevolezza della Luna
attraverso un “racconto” ricco di significati intrinseci e poetici dove sono
evidenti la sua grande abilità pittorica.

Una scenografia, insomma, in cui ci si
riconosce al punto da condurci ad aprire la porta dell’anima sino a divenire
personaggi di quel mondo surreale dove la dimensione del tempo di ferma,
rimandandoci a quel senso di incompiutezza propria dell’animo umano.

 

 

 

Marco Marangio,

fonte "L’Ora Del Salento" 13 DIC 2009

 

 

 

 

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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