TORCHIAROLO – Don Luigi Merola incontra i cittadini del domani. E’ accaduto a Torchiarolo dove, nell’ambito delle iniziative proposte dal centro studi “Don Luigi Sturzo”, si è voluto dedicare un incontro sul tema dell’educazione alla legalità dal titolo “Giornata dell’impegno e della legalità”.
Il sacerdote anticamorra, salito alla conoscenza delle cronache nazionali per il suo impegno a servizio della legalità e della lotta contro le mafie, ha voluto sì incontrare la cittadinanza tutta ma ha posto la sua massima attenzione agli alunni dell’istituto comprensivo Valesium del paese per offrire loro la sua preziosa testimonianza.
“Oggi come oggi – afferma Don Luigi – è importante che le nuove generazioni vengano educate alla legalità, perché i ragazzi devono sapere che chi rispetta le leggi vive, vive in tutte le accezioni che la vita stessa comporta. Chi non le rispetta va in carcere e lì rimane per tutta la vita. Non a caso proprio l’altro giorno è stato arrestato Antonio Iovine, il famoso boss dei Casalesi, e questa è la maggiore dimostrazione che lo Stato, quando compie il proprio dovere, fa male e colpisce la malavita. Purtroppo – continua il sacerdote – noi ce la prendiamo con i giovani se non rispettano la legge, mentre non capiamo che siamo noi adulti che dovremmo dare loro l’esempio. Questo denota quanto sia importante per i ragazzi di oggi avere dei modelli giusti e corretti da seguire. Per fortuna, in Italia, abbiamo esempi viventi come Roberto Saviano e coloro che non sono più con noi continuano a vivere con le nostre idee.”
All’incontro sono intervenuti, oltre alle autorità locali civili e religiose, anche il procuratore di Brindisi Marco Di Napoli che, avendo operato in precedenza in antimafia, ha suggellato i discorsi di Don Luigi Merola.
“Ciò che la mia esperienza mi ha insegnato è che la mafia è un universo parallelo, con una sua lingua e con una sua struttura. Quello che posso dire è che, nel momento in cui, si opera in contesto giudiziario antimafioso si iniziano a vedere cose che il resto del mondo non nota. E’ vero. Oggi stiamo catturando diversi boss mafiosi, ma la soluzione carceraria non è sempre la migliore. Ciò che potrebbe risultare come efficace deterrente è la prevenzione, poiché è in tale contesto che si dovrebbe agire anche se non si fa molto. Educare i giovani in questo senso è l’azione primaria da svolgere. ”
Una attenzione particolare è stata dedicata alla lotta personale di Don Luigi che lui stesso ha voluto raccontare ai ragazzi presenti, facendoli interagire attivamente con interventi e domande, che sono serviti per trasmettere, in minima parte, cosa significa per un giovane d’oggi intraprendere la vita criminosa.
Un incontro unico, quindi, in cui si è cercato di far comprendere alle giovani menti quanto l’Italia stia attraversando un momento di crisi che non è soltanto economica, ma soprattutto culturale e quanto sia grave che il crimine organizzato cerchi proprio quel vuoto per intromettersi nella società distruggendo vite.
MARCO MARANGIO
SenzaColonne 20/11/2010