IL FATTO QUOTIDIANOL’Italia pulita ha un volto giovane

Se sono stati un milione o forse di meno o forse di più ha poca
importanza perché raramente si era vista tanta energia vitale nelle
strade di Roma. Energia nuova perché le ragazze e i ragazzi erano
testa, cuore, braccia, gambe del grande corteo, e a vent’anni il sangue
scorre più velocemente, e i pensieri pure. Energia tranquilla perché
non c’è stato un solo gesto sbagliato, una vetrina infranta, una
bandiera bruciata così che i tanti corvi del malaugurio sono rimasti a
becco asciutto. Energia scaturita da quel vulcano inesploso che è la
condizione giovanile.


Generazioni abbandonate a se stesse,
senza lavoro e senza prospettive in un paese dominato da un potere
invecchiato male, rancoroso, autistico, indifferente, impresentabile e
reso più grottesco dai lifting ripetuti. Un popolo acerbo ma compatto
che ha scelto il viola per marcare la distanza forse irrecuperabile con
i colori tradizionali dei partiti, di tutti i partiti. Non inganni il
bersaglio
Berlusconi che, certo, non incarna un
modello accettabile per chi ha un minimo di ideali nella vita. Ma il
premier, almeno, calamita attenzione, sia pure per contrasto. Molto di
più dovrebbe preoccuparsi quella opposizione sempre più condannata alla
irrilevanza. Impegnata nel ridicolo balletto del vado-non vado al
corteo, e infatti rimasta ai margini del fiume in piena. L’onda viola
ha lanciato il suo basta. Chi saprà raccoglierlo prima che diventi
energia sprecata, delusa, negativa?


Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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