L’Italia pare ormai essere giunta ad un punto di svolta. Come ogni assetto in procinto di metamorfosi, sia esso ideologico politico e quant’altro, richiede un sacrificio (anche di ovvia discutibilità). Negli ultimi giorni, abbiamo ben inteso che tale sacrificio richiede la nostra essenza democratica. Una metamorfosi, questa, che reclama un bene incommensurabile del nostro paese e che, in ordine alla sua "esistenza", non può essere violato. Parliamo della Costituzione. Pare che la nostra ordinanza governativa, abbia svelato il proverbiale lato oscuro ma la cosa più sconcertante è che i cittadini non sono toccati da alcuna provocazione. La speculazione del caso Englaro ha dato modo, a diverse persone note, di allargare il proprio potere ogni oltre limite.
"CAMBIO LA COSTITUZIONE".
Frasi ed ideologie concettuali di tale calibro sono state avvertite un’altra volta nella storia. Nella NOSTRA storia. Era il 03 Gennaio 1925. Mussolini convogliò in sè il potere esecutivo e legislativo. In Italia accade nuovamente questo incubo. Non è avvertenza di un singolo ed anonimo laureando in lettere, come il sottoscritto, ma avvisaglia sentita da Eugenio Scalfari sul quale nome non c’è bisogno di alcuna presentazione. Eluana è stata "sciacallata" in contesti che, affermare come indegni, è usare un comodo eufemismo. La storia d’Italia sta cambiando. Vengono definite "incostituzionali" frasi di ampio respiro democratico (nate in seno all’art 1 comm 2 della Costituzione ) come: "Napolitano tace, l’Italia insorge." Eppure, nel momento in cui si ha l’arroganza e la meschinità di osare cambiare la Costituzione in soli tre giorni (e qui i riferimenti ad una frase cristologica non è puramente casuale), nessuno osa confutare tale provocazione
"Io non ho mai attaccato la legge fondamentale dello Stato, anzi semmai l’ho difesa".
E’ questa la nuova Italia. L’Italia delle omissioni, "del silenzio che è mafioso". L’Italia dell’anticamera della dittatura. Un incubo per chi crede nella libertà, per chi crede che l’Italia (quella vera) è nata con il sangue ed i sacrifici della resistenza. In questo grottesco dipinto, mi viene in mente Virgilio. In periodo di lotta civile, forse non lontano dalla nostra realtà, lui ha creato un mondo immaginario, bucolico nel quale rifugiarsi. Una visione edenica, non dirichiamo all’edonismo. Sarebbe bello poterlo fare, se solo fossero presenti ancora i liberi pensatori ed i grandi giornalisti che hanno lasciato questi lidi.
"CAMBIO LA COSTITUZIONE".
Frasi ed ideologie concettuali di tale calibro sono state avvertite un’altra volta nella storia. Nella NOSTRA storia. Era il 03 Gennaio 1925. Mussolini convogliò in sè il potere esecutivo e legislativo. In Italia accade nuovamente questo incubo. Non è avvertenza di un singolo ed anonimo laureando in lettere, come il sottoscritto, ma avvisaglia sentita da Eugenio Scalfari sul quale nome non c’è bisogno di alcuna presentazione. Eluana è stata "sciacallata" in contesti che, affermare come indegni, è usare un comodo eufemismo. La storia d’Italia sta cambiando. Vengono definite "incostituzionali" frasi di ampio respiro democratico (nate in seno all’art 1 comm 2 della Costituzione ) come: "Napolitano tace, l’Italia insorge." Eppure, nel momento in cui si ha l’arroganza e la meschinità di osare cambiare la Costituzione in soli tre giorni (e qui i riferimenti ad una frase cristologica non è puramente casuale), nessuno osa confutare tale provocazione
"Io non ho mai attaccato la legge fondamentale dello Stato, anzi semmai l’ho difesa".
E’ questa la nuova Italia. L’Italia delle omissioni, "del silenzio che è mafioso". L’Italia dell’anticamera della dittatura. Un incubo per chi crede nella libertà, per chi crede che l’Italia (quella vera) è nata con il sangue ed i sacrifici della resistenza. In questo grottesco dipinto, mi viene in mente Virgilio. In periodo di lotta civile, forse non lontano dalla nostra realtà, lui ha creato un mondo immaginario, bucolico nel quale rifugiarsi. Una visione edenica, non dirichiamo all’edonismo. Sarebbe bello poterlo fare, se solo fossero presenti ancora i liberi pensatori ed i grandi giornalisti che hanno lasciato questi lidi.