Si sa: ferragosto è un po’ il capodanno estivo. Tutti presi nell’organizzazione della giornata, nella scelta del luogo migliore, del lido più calcato, dell’autostrada meno trafficata. Magari, poi, l’epilogo è sempre lo stesso: si fa la cosa dell’anno precedente perché già testata, già collaudata, già sicura.
Ogni anno si ripete lo stesso, strano, confusionario archetipo: tutti nel raggiungere una meta, tutti di fretta nel fare la cosa migliore rispetto ad altri.
Perché? Ecco, questo è uno dei tanti interrogativi un po’ alla Voyager (o Cazzenger direbbe Crozza) come quello sul perché tutti smaniano nel festeggiare la notte di San Lorenzo. Magari gli unici ad avere una buona motivazione sarebbero i cattolici: la festa dell’Assunzione della Vergine al Cielo. Al di là della scena che richiama il finale di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, dovremmo ricordare che la festività del 15 agosto deriva dalle “feriae Augusti” ossia le festività che l’Imperatore romano Augusto aveva indetto nel 18 A.C. per celebrare la fine dei lavori agricoli. Ciononostante, è bene ricordare che secoli più tardi Benito Mussolini farà del 15 agosto una delle feste italiane più popolari, poiché nel 1931 metterà a disposizione i famosi “treni popolari” con i quali raggiungere le mete balneari. Da qui si spiega la nostra atavica ed (in)spiegabile voglia di attendere il 15 agosto per fare gite fuori porta. Riflettendo: da un lato dovremmo dare ragione a Massimo Troisi che nel film “Le vie del Signore sono finite” in una scena entrata nell’immaginario collettivo ebbe a dire “se con Mussolini i treni arrivano in orario allora bastava farlo solo capo stazione”; dall’altro lato possiamo leggere il nostro DNA ancora post fascista e fortemente democristiano. L’importante è che questo 15 agosto passi in serenità, per poi concentrarci sull’altra domanda fatidica: “ma tu cosa fai a Capodanno?”