Ennio Morricone non c’è più. O meglio, è volato nell’altra dimensione. Il Maestro che ha dato voce alle pellicole cinematografiche più emblematiche del ‘900 ha chiuso il pentagramma più lungo, quello della vita.
Se la Musica del Cinema perde la sua voce
Il silenzio. E’ lui che è calato in questo infausto giorno di luglio 2020. Il silenzio cala nel mondo della Musica. Il silenzio cala nel mondo del Cinema. Il silenzio è calato su ognuno di noi, su coloro i quali hanno amato un film perché “c’è la musica di Morricone in sottofondo“.
Eppure non si dica che Ennio Morricone abbia lasciato un vuoto, poiché ha colmato di bellezza e personalità ogni scena dei film che ha musicato.
Nessun vuoto ha lasciato l’ultimo grande Maestro del 900, poiché ogni volta che sentiremo un suo brano qualsiasi vacuità sarà colmata dalla grandezza.
Cosa si può scrivere che non sia già stato scritto su un colosso musicale come Ennio Morricone?
Da Leone a Tarantino: musica da Oscar
L’Italia perde uno dei più grandi compositori del secolo scorso. Tanto grande da essere non solo punto di riferimento per il Cinema nostrano, ma anche e soprattutto per quello di Hollywood.
Il suo amico Sergio Leone lo volle con sé sempre ed insieme varcarono le porte internazionali della Settima arte.
Ad oggi in Italia, in verità, Ennio Morricone era sì ricordato ma piuttosto per i suoi grandi classici. Chi invece, nel recente presente, ha voluto che componesse le colonne sonore di alcuni suoi film è stato Quentin Tarantino. Nel 2016 “The hateful eight“, difatti, gli ha fatto guadagnare un Oscar, ingiustamente troppo tardi conquistato (se si esclude quello onorario del 2007).
Musica, la quarta dimensione del Cinema
Che sia “C’era una volta in America“, “La leggenda del pianista sull’oceano“, “Mission“, la Musica di Morricone aveva un unico grande potere: quello di conferire una dimensione in più al film.
La sua non era una musica di “accompagnamento”, la sua era Musica che conferiva narrazione alle scene. Come è possibile non associare la musica di “Debora’s theme” al volto malinconico e rassegnato di Robert De Niro? Come è possibile non associare l’acuto e stridulo “fischio” del coyote dinanzi alle lande deserte di “Il buono, il brutto e il cattivo“?
Ogni nota scritta dal Maestro Morricone aveva il potere di penetrare fotogrammi, visi, piani sequenza sino a personificare protagonisti e comprimari dei film. Una vera e propria magia artistica, che non ha avuto né avrà eguali nei secoli a venire.
La morte e un necrologio annunciato
Il 2020 ci ha tolto tanto. A molti ha tolto tutto, o quasi. In questo Mondo ormai abbandonato a se stesso, Ennio Morricone ha voluto lasciarci un ultimo cenno della sua esistenza. Ha voluto rilasciare personalmente il proprio necrologio. “Amici vi voglio bene, ma non voglio disturbare“.
Con questa frase, Morricone si rivolge alle persone alle quali ha voluto bene. E’ commovente come, anche in punto di morte, abbia saputo non solo rilasciare frasi e pensieri ma soprattutto conferire ad essi musicalità. Ed è proprio in questa frase che si rispecchia il Morricone uomo ed il Morricone compositore e Maestro: semplice, dolce, umile. Proprio come le sue colonne sonore.
L’ultimo brano del Maestro
Se è vero che il Maestro non lascerà alcun vuoto, proprio grazie alle sue musiche immortali, è altrettanto vero che resterà ineguagliato. I grandi geni ed i rivoluzionari, quale lui era, nascono con parsimoniosa rarità. Inutile mentire: gli anni che verranno saranno ancora più sterili e culturalmente “inutili” proprio perché i “grandi albatros” di un tempo sono ormai volati via.
Siamo più soli, questo è certo. Eppure nel silenzio dell’inconsistenza del presente possiamo ancora sentir riecheggiare nell’aria la musica immortale. Quella che ci salva. Quella di Ennio Morricone.