San Pietro Vernotico: xylella, il silenzio genocida del “petrolio”

SAN PIETRO VERNOTICO – Quando Pier Paolo Pasolini scrisse sino al 1975 quella che sarebbe dovuta divenire, nella sua visione, l’opera testamento della sua carriera letteraria, “Petrolio”, immaginava che da lì a trent’anni l’Italia mai avrebbe rinunciato a tale forma di potere e di potere economico. Il petrolio inteso sia come il più classico “oro nero” che come gas. Aveva profetizzato molto, lo scrittore bolognese, forse fin troppo. Ma difficilmente avrebbe potuto immaginare un certo tipo di collegamento fra xylella e la mai assopita ricerca rigenerativa del “petrolio”. Non è infatti fuori luogo pensare come il progetto di costruzione del contestato e famelico gasdotto potrebbe passare (condizionale d’obbligo) per le terre depauperate, violentate e spogliate dai tagli per “combattere” (così dicono loro) il batterio.
Quel che sta accadendo negli ultimi giorni nel nostro territorio è forse l’esempio di come l’affaristica visione ed azione di lobbie locali, nazionali ed internazionali, a volte, trovano un punto di maggiore attrito nell’opinione pubblica. Proprio quest’ultima, mai come prima d’ora, ha trovato convergenza e forza sociale nel tentare di frenare il pugno di ferro degli interesse economico politici di chi cerca di depredare ulteriormente un “selcio di terra” già provato da altre incidenze ambientali drammatiche.
Proprio questa forza sociale ha avuto il suo comun denominatore nella partecipazione collettiva. Ed il fatto che il maggior focolaio si sia acceso nel paese di Torchiarolo, per le ovvie ragioni di cui i lettori sono ben edotti, fa ben sperare. Se da un lato l’attività partecipativa ha permesso alla popolazione tutta di prendere parte al movimento libero di chi non vuole permettere che la ricchezza della propria appartenenza culturale ed economica non venga sradicata, dall’altro è stato curioso il silenzio omertoso di più di qualche politico locale di turno. San Pietro Vernotico, invece, si muove nella zona grigia del “politicamente corretto”.
Se si dovesse fare un confronto con il libero attivismo dei paesi limitrofi, il suolo sanpietrano perderebbe ancor prima di varcare la soglia o della protesta o dell’accettazione del piano Silletti. Mentre Torchiarolo si è mobilitato focosamente negli ultimi giorni, da San Pietro Vernotico sono stati invece diramati sparuti comunicati con i quali si esorta acché “ognuno faccia la propria parte”. Quindi: chi deve eradicare eradichi chi vuole mobilitarsi contro il Silletti si mobiliti pure. Tant’è che, giunta la notifica per il via libera all’eradicazione di otto ulivi di proprietà Tormaresca, si è da subito passati all’azione distruttiva. Il genocidio olivistico, si sa, comprende gli ulivi che si trovano a distanza di centro metri dagli otto designati. Si tratta di ben 800 alberi di ulivo. Silletti docet, Silletti imperat.
Su questo omicidio, un cittadino comune avrebbe atteso con ansia dalle istituzione un forte segno di contrappunto, di grido alla lotta. Ci si chiede come sia possibile che, benché l’amministrazione di Torchiarolo si sia pronunciata anche discutibilmente sulla vicenda, nessuna presa di posizione vigorosa spetta ai cittadini sanpietrani che frattanto hanno fatto fronte comune per tentare di arginare il tutto, almeno, con mobilitazioni simboliche e comitati attivi. Ci si chiede, in ultima istanza, quanto ancora i cittadini dovranno soffrire, patire, mentre la politica non agisce né si schiera dalla loro parte. Possibile che ancora oggi, vige il potere non occulto delle lobbies, della ricerca anacronistica, primitiva e cancerogena del petrolio? Possibile che ai cittadini non liberi, quindi “parziali” poiché appartenenti alle diverse “frazioni” partitiche non abbiano a cuore la loro stessa terra ed il patrimonio ad essa collegato? Quel che lasceremo alle nostre generazioni sarà un mondo depauperato dai princìpi, dai valori e dalla ricchezza naturale. Nessun insegnamento costruttivo potrà loro un giorno testimoniargli quale lascito prezioso ci lasciarono in eredità i nostri padri. Il “mea culpa”, oltre alle aziende, ai parlamentari regionali nazionali ed europei del nostro paese, dovranno percuoterlo sul loro petto sopratutto i sedicenti “onesti” che avrebbero potuto agire e nulla hanno fatto per prevenire il drammatico genocidio cui stiamo assistendo.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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