TEATRO DON BOSCO: I GUSTI DELLA RASSEGNA TEATRALE

SAN PIETRO VERNOTICO – Da poco iniziata la nuova edizione della rassegna teatrale, organizzata dall’ass. Domenico Modugno, ma la cittadinanza pare non rispondere adeguatamente. Un teatro non proprio del “tutto esaurito” come successo nelle precedenti rassegne, tanto che  lo stesso direttivo associativo si interroga sul “perchè” di questo cambio di rotta da parte del pubblico. Parte della motivazione potrebbe trovarsi nell’annuncio fatto in conferenza stampa dagli stessi membri dell’associazione, quando hanno annunciato che la nuova rassegna sarebbe stata tale in tutti i sensi, considerata la scelta delle drammatizazioni poiché differenti dalla classica commedia vernacolare. Come tutte le scelte che apportano qualche novità, anche quella fatta dall’associazione Modugno conserva in sé una buona dose di coraggio. Difatti si è partiti con il dramma “Maria Goretti” e domenica scorsa con “Chi si sposa è perduto”, due atti tra il giallo e la commedia brillante, di Leonardo Sciascia. Il pubblico ha sì partecipato, ma non nella “misura” in cui è abituato dal genere vernacolare. Così abbiamo eseguito un piccolo sondaggio, per evidenziare il livello di gradimento. Alla domanda se avessero apprezzato, dato il genere degli spettacoli, la rassegna più classica dello scorso anno oppure quella più originale dell’anno in corso, gli spettatori si sono divisi tra coloro i quali prediligono il vernacolo perchè “fa più ridere e pensare di meno ai problemi di ogni giorno” e quelli che masticano qualsiasi tipo di rappresentazione perchè amano il teatro in tute le sue forme. Considerando il campionario a disposizione, il sondaggio si è risolto con un pareggio. La cartina di tornasole sarà la drammatizzazione di domenica 12 febbraio “Sordi figghi mei”, poiché in vernacolo. E’ già noto che il pubblico sarà così numeroso da far registrare il tutto esaurito com’è d’uopo in occasioni del genere. Si evince, non senza costernazione,  come sia difficile far apprezzare altri generi che esulino dalla troppo facile “risata grassa”, nonostante il coraggio e la voglia di cambiamento ampiamente manifestati dal direttivo dell’associazione.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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