TORCHIAROLO PM10: QUALE FUTURO?

TORCHIAROLO – La gravità delle immissioni di Pm10, nel paese di Torchiarolo, continua a far parlare di sé. La cittadinanza non sempre è stata immobile dinanzi a questo tema tutt’ora ampiamente discusso. Alcuni testimoni attivi nella lotta contro i tumori e a garanzia di una sicura tutela della salute sono Antonio Serinelli, psicologo, e Mimino Leo, ingegnere.
Entrambi i membri storici dell’associazione “Salute e ambiente” creata una decida d’anni fa, proprio a Torchiarolo, riflettono adesso sui dibattiti a riguardo degli eco mostri mossi negli ultimi giorni.
Sono stati promotori e fondatori di uno dei primi circoli di Legambiente nati in Puglia. La loro attività , in questo senso, infatti, nasce ancor prima dell’installazione della centrale Federico II di Cerano.
“Già parecchi anni fa – esordisce Antonio Serinelli – facemmo diverse iniziative per discutere su temi che, all’epoca, erano ancora nascenti ma che adesso sono drammatiche realtà. Ricordo un convegno che organizzammo nel 1999 intitolato << Perché a Torchiarolo si muore più di tumori che di altro?>> . Un problema che tutt’ora continua a persistere, anzi, ad aumentare. A questo proposito dico che, un tempo, la politica aveva una certa prudenza perché tale evidenza non era documentata scientificamente, ma ora i mezzi esistono e tutti consociamo i dati del fenomeno.”
La lotta portata avanti per la tutela della salute e per il diritto alla vita, secondo i pareri sia di Serinelli che di Leo, è man mano defluita non tanto per una mancata sensibilità da parte della cittadinanza, quanto più perché quando i comuni cittadini vedono innanzi a loro dei colossi come Enel o Montedison, percepiscono la loro minore capacità di incidenza sul campo.
Per quanto concerne, invece, la fattualità degli ultimi tempi interviene l’ingegnere Mimino Leo:
“Il problema deve essere guardato in prospettiva, poiché sul nostro futuro intravedo un grande punto interrogativo. La domanda che è giusto porsi per i prossimi anni è questa: sarà un effetto Chernobyl? Ciò che è stato immesso lo dobbiamo misurare su un asse temporale futuro? E per quanti anni ancora? Anche il fatto che l’Arpa colpevolizzi la cittadinanza per un uso smodato dei camini durante il periodo invernale sono cose che mi fanno ridere ma che al tempo stesso mi incutono timore. Bisognerebbe – continua Leo  – fare uno studio e vedere in quali periodi dell’anno e in quali condizioni si avverte maggiormente la presenza di polvere sottili. A tal proposito è giusto ricordare che, durante gli anni ’90, siamo stati classificati con un decreto della presidenza della Repubblica come un’area ad elevato rischio di crisi ambientale. Relativamente a ciò, vennero tracciate per le varie aziende del settore delle linee guida che, se seguite, avrebbero dovuto evitare l’aumento delle emissioni. Dopo tanto tempo è giusto chiedersi cosa è stato aggiunto e non cosa è stato tolto a livello di inquinamento. Sarebbe interessante partire da lì e vedere, ad oggi, quanto è cambiata quella situazione. Ne stiamo pagando adesso i danni? Dovrebbe essere l’Arpa a rispondere”.

MARCO MARANGIO

SenzaColonne 07/11/2010

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Un commento:

  1. in data odierna il sindaco di Torchiarolo (servizio sul TG3 Regione), interpellato per i continui sforamenti del livello di PM10, si è speso nel dire che il problema è dovuto… ai camini delle case!
    L’ennesimo insulto alla sensibilità e all’intelligenza delle persone.

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