Centrodestra: l’Abruzzo li Lega

C’è una lezione che tutti dovrebbero apprendere dalle recenti elezioni regionali in Abruzzo: finirla col ridicolizzare Matteo Salvini.


A dimostrarlo non sono soltanto i risultati elettorali dello scorso 10 febbraio (in cui la coalizione del centrodestra raggiunge abbondantemente il 48 percento), ma anche gli ultimi sondaggi commissionato ad Emg Acqua da Agorà.

Ben il 54 percento degli elettori preferisce una coalizione di centrodestra (capeggiata da Matteo Salvini), mentre il 44 percento preferisce l’attuale formazione del Governo Salvimaio con Lega e Movimento 5 Stelle. Non solo: la metà degli intervistati afferma di avere più fiducia in Matteo Salvini come leader, seguìto dall’attuale premier Conte (48 percento di preferenze).

Due cose sono certe:

  • Matteo Salvini piace
  • la dimostrazione della sua forza di coalizione l’abbiamo avuta in Abruzzo

Il leader della Lega riesce non solo a riabilitare il suo partito (ad oggi, il vecchio d’Italia), ma anche i suoi alleati (Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi) che da soli varrebbero meno di Valerio Scanu al festival della Musica. Matteo Salvini piglia tutto, non solo perché è capace di vendere il ghiaccio anche al Polo Nord, ma anche per le incessanti ed inutili critiche che la stampa ed i media, quotidianamente gli riservano.

Alt: non dico che non deve essere sottoposto a critiche, anzi. Ecco, semmai l’apparato mediatico italiano dovrebbe smetterla di rincorrerlo ad ogni post o tweet da lui pubblicato: da Sanremo alla Nutella, dal post di San Valentino al video fatto in autostrada. Anche basta! Gli effetti, volenti o nolenti, sono proprio questi: una copertura mediatica così massiccia e così praticamente inutile aumenta il gradimento del pubblico. Ormai hanno trasformato la comunicazione politica in un reality, in un Paese in cui i reality vanno alla grande. Purtroppo.

Questi allarmi dovrebbero allertare anche e soprattutto i più strenui oppositori del Salvimaio: Matteo Salvini e Luigi Di Maio vi stanno sulle scatole? Bene, pensate se fra qualche mese si tornasse al voto: al posto di Di Maio troveremmo la Meloni e Berlusconi. Fantastico vero?

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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