Il premier attacca la Consulta

Il premier attacca la Consulta
"Sono stanco delle ipocrisie"


Fini gli risponde subito: "Parole non condivisibili. Genera confusione sull’Italia. Chiarisca"
La controreplica del capo del governo. E poi il duro intervento di Napolitano

Il premier attacca la Consulta "Sono stanco delle ipocrisie"

Berlusconi al congresso del Ppe
ROMA – Da Bonn, dove partecipa al congresso del Partito popolare europeo, Berlusconi torna ad attaccare i magistrati e la Consulta con toni durissimi. E il rimbalzo in Italia è un nuovo, aspro scontro con Gianfranco Fini e con il presidente della Repubblica Napolitano.

"In Italia – dice Berlusconi – succede un fatto particolare di transizione a cui dobbiamo rimediare: la sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo" e il Parlamento "fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale" e la Corte "abroga la legge". E’ per questo, prosegue il presidente del Consiglio nel suo intervento al congresso del Ppe, che la maggioranza "sta lavorando per cambiare la situazione anche attraverso una riforma della Costituzione". All’indomani del parere della sesta commissione del Csm che ha riscontrato "elementi di incostituzionalità" nel ddl sul processo breve, il premier tira di nuovo in ballo anche la Consulta, a suo avviso "non più un organo di garanzia, ma un organo politico, composto per 11 membri su 15 da esponenti di sinistra", per via del fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra.

L’analisi della situazione politica italiana che Berlusconi porta al congresso del Ppe parte dal presupposto che "la sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione" di lui "attraverso i processi". Dall’altra parte, aggiunge, c’è "una maggioranza coesa e forte, con un premier super". "C’è una sinistra che ha attaccato il presidente del Consiglio su tutti i fronti inventandosi calunnie – dice il Cavaliere – Chi crede in me è ancora più convinto. Tutti si dicono: ‘Dove si trova uno forte e duro, con le palle come Silvio Berlusconi?’".

L’imbarazzo del Ppe. Le parole di Berlusconi prendono di sorpresa i popolari europei. Che sembrano volersi tenere lontani dalla polemica. No comment della cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre il neopresidente del Ppe Wilfried Martens dice che il premier "è il primo presidente del Consiglio italiano, dopo la prima guerra mondiale, ad avere una maggioranza così forte". E alla domanda se ciò equivalga a un appoggio alle dichiarazioni di Berlusconi sui giudici, risponde: "Mi limito a quello che ho detto".

La risposta di Fini. Il presidente della Camera non fa attendere la sua replica. "E’ certamente vero che la sovranità appartiene al popolo, ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale".

Ancora, Fini rileva: "E’ la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo".

fonte,
REPUBBLICA.IT

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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