APES REVOLUTION – IL PIANETA DELLE SCIMMIE: DIGIUNO FANTASCIENTIFICO

Genere: Fantascienza
Attori: Andy Serkis, Jason Clarke, Gary Oldman, Keri Russell, Toby Kebbell
Regista: Matt Reeves
Musiche: Michael Giacchino
Anno: 2014
Durata: 130 min
Voto: **

di Michele De Lorenzo 

 

Apes Revolution Dieci inverni dopo gli accadimenti del primo film, l’umanità è decimata dal virus. I sopravvissuti lottano ogni giorno tra la vita e la morte per mancanza di risorse ed energia. Mentre piccole comunità si rifugiano in ciò che resta delle grandi metropoli, i gruppi di scimmie evolute si diffondono e gli scontri uomo-scimmia sembrano inevitabili.
Capitolo secondo de “L’alba del pianeta delle scimmie” uscito nel 2011 e diretto da Rupert Wyatt che passa il testimone a Matt Reeves.
A.A.A cercasi fantascienza” è questo l’urlante e disperato appello di molti spettatori e appassionati. Viviamo indubbiamente una profonda crisi del genere. L’uso spropositato della computer grafica e il “cambio generazionale” che “Star Wars” ha portato (forse imposto?) nell’ormai lontano 1977, hanno rivoluzionato negativamente l’universo cinematografico fantascientifico.
Molti registi per assicurarsi un posto nei ranghi si lasciano prendere la mano e realizzano gran parte del film in post produzione, riducendo così la magia del cinema a poche riprese “reali”.
Il “tanto ci pensa il computer” è un pensiero ormai diffuso ed un pc invasivo abbassa il senso artistico dell’opera.
Mario Bava, uno tra i migliori registi italiani della storia, realizzava con pochissimi mezzi e soldi grandi opere, balena alla mente “Terrore nello spazio” (da cui Ridley Scott prese spunto per il suo Alien). Il cinema si deve evolvere e dunque ben venga l’accoglienza di nuovi strumenti e trucchi, ma bisognerebbe impiegare quest’esplosione di tecnologia artisticamente e sempre con uno sguardo al passato. Apes Revolution è un po’ afflitto da questo morbo.Apes Revolution - locandina
Rattrista il dover vedere un lungometraggio mediocre partendo da un buon soggetto, è questo “Apes Revolution” o meglio “Apes Delusion“.
La sceneggiatura presenta molti buchi e già dall’inizio determinati avvenimenti restano inspiegabili o malspiegati. Storia scontata, la tensione narrativa cede, assenza di colpi di scena, personaggi scritti male e privi di sex appeal.
Lo sceneggiatore Mark Bomback, autore di mezzi pasticci come “Godsend: il male è rinato” e il più recente “Wolverine l’immortale“, inciampa ancora una volta.
Il tutto si riduce all’ormai scontato battaglione tra umani e non umani, con una “Scimmia Rambo” a cavallo.
Invece di far luce sugli eventi che hanno portato all’alba del pianeta delle scimmie, colmando i vuoti e le curiosità, lo spettatore assiste al già visto.
Mancato lo sviluppo del personaggio Koba, intrigante e ben scritto nella prima parte, terribilmente ridicolo sul concludersi.
Tra le note positive c’è la recitazione in Motion Capture di Andy Serkis.
Film dunque uscito per metà, possiede tematiche interessanti ma solo accennate, come la critica sulla tecnologia e sul progresso scientifico che si ritorce contro l’uomo.
Tecnicamente il film è ben diretto, regia nitida nonostante sia un blockbuster; Matt Reeves aveva già avuto a che fare con la fantascienza, nel 2008 girò “Cloverfield” dove fu più sperimentale.
Piccola chicca, nei primi minuti si ode un coro di voci molto simile a quello di “2001: odissea nello spazio“, brividi in sala, ottima citazione.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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