CELEBRAZIONE DEL IV NOVEMBRE

SAN PIETRO VERNOTICO – Celebrate la festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate a San Pietro Vernotico.
Essendo passati 92 anni dalla storica data, divenuta giornata delle Forze Armate, che celebra la fine vittoriosa della Prima Guerra Mondiale , “la grande guerra” del 15-18, è stata maggiormente sentita da tutta la cittadinanza, soprattutto nel ricordare chi ha dato la propria vita combattendo per la libertà del proprio paese.
L’inizio delle celebrazioni si sono avute alle ore 08 presso piazza IV Novembre dove i membri e gli arruolati dell’Anb (Associazione Nazionale Bersaglieri) e dell’ Ansi (Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia) hanno eseguito dinanzi ai cittadini l’alza bandiera delle forze armate.
Da lì si è proceduti in corteo sino in piazza Falcone che, dinanzi al comune ed alle autorità amministrative, si sono aspettati i secondi protagonisti dell’evento: gli alunni delle scuole elementari.
Un incontro che segna, come ogni anno, le diverse generazioni a confronto in una rimembranza dalla fattualità storica al fine di tutelare e tramandare il ricordo dei momenti più salienti della nostra storia.
“Ho partecipato in guerra all’occupazione della Jugoslavia – dichiara Pietro Verrienti, 93 anni e sergente maggiore di carriera – e ricordo ancora tutto. Partimmo da Gorizia il venerdì santo del ’41. Arrivammo al confine e, successivamente, occupammo Lubiana dopo che la fanteria e l’artiglieria avevano sfondato le difese nemiche. In seguito issammo, sempre su Lubiana, la bandiera tricolore. Noi fummo considerati, lo siamo tutt’ora, l’elemento fondante di quel successo. Sono ricordi che conservo con tanto orgoglio. Oltre a questo – continua Verrienti – sono stato anche prigioniero deportato in Germania. Durante il mio periodo di cattività, rifiutai di comandare i militari italiani che come me erano stati catturati ma messi ai lavori forzati. Decisi di fare questa scelta perché, da prigioniero, non mi sentivo di comandare i miei compagni.”
Ricordi che sono risultati ancora vividi dagli occhi di Pietro Verrienti il quale, con un po’ di commozione, ha saputo tramandare questo aneddoto di valore e coraggio.
Oltre a coloro i quali hanno contribuito a scrivere la storia che noi tutti conosciamo, di eguale importanza è stata la testimonianza di Alessandro Quarta che, avendo la giovane età di 22 anni, risulta essere il più piccolo dell’associazione dei bersaglieri:
“Ho scelto di arruolarmi perché in famiglia ho avuto delle figure esemplari che mi hanno ispirato i valori che, oggigiorno, si stanno via via perdendo. Infatti, mio nonno ha militato nell’esercito, mio zio è carabiniere e quindi mi sono avvicinato per la passione trasmessami. Il giorno 4 novembre dovrebbe interessare molto i giovani – continua Quarta – perché comunque la gente di una volta sapeva realmente ciò che è successo. Noi giovani, purtroppo, ci passiamo sopra come se nulla fosse. La mia paura, infatti, è che i giovani perdano, con il passare del tempo, il sentimento per questa tradizione. Mi auguro di no. Nel frattempo, noi ragazzi che avvertiamo l’importanza della celebrazione, tentiamo di tener vivo il sentimento affinché i nostri coetanei ne possano prendere esempio.”

MARCO MARANGIO

05/11/2010

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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