Quand’ero comunista, l’alba d’ogni 1 maggio era tinta di Rosso. Ci si poteva destare respirando boccate d’aria libera. All’epoca v’era il sole, cielo senza nuvole su ideologie di mai obliata memoria. Quand’ero comunista, s’attendeva il 1 maggio con ansia di storico evento ove Lavoro ed Unità viaggiavano all’unisono.
Quand’ero comunista i politici di Sinistra non attendevano il 1 maggio per discutere con sindacati di valori e diritto lavorativo, poiché il 1 maggio ricorreva ogni giorno.
Quand’ero comunista, il 1 maggio era la festa dei Lavoratori e non di effettistici cantanti bislacchi.
Quand’ero comunista semplicemente v’era la Sinistra e non un rigurgito di rimeembranze ottenebrate da stoltezza ed ignoranza di chi non ricorda il passato e non rispetta il presente, eludendo responsabilità ed echi di sofferta realtà che reclama riscatto.
Quand’ero comunista potevo esserelo senza vergogna né rimorso. Ora vago ramingo arrancando valori perduti in attesa di un grande ritorno che, probabilmente, mai avverrà.