Amministrative 2018: la vittoria di Pirro

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Dopo la sbornia elettorale, magari con una bella bottiglia di spumante speciale tenuta al fresco per l’occasione, è giusto fare i conti con l’oggettività. Se i giornali “partigiani” gridano ad una vittoria plebiscitaria è bene mettere a lucido la materia grigia e contestualizzare l’esito del 10 giugno scorso.
Nel farlo è inutile andare troppo a ritroso, però per dovere di cronaca lo facciamo ugualmente.
Il 2010 era un’altra epoca. Il contesto elettorale a San Pietro Vernotico era totalmente differente. Anzitutto v’erano più cittadini: 14.473 e poco più di 13mila elettoriPasquale Rizzo vinse sull’allora egemonico PD, a trazione Rollo, grazie ad una alleanza fra Verdi e Italia dei Valori (senza contare l’appoggio al ballottaggio di liste civiche quali quelle di Teobaldo Mingolla e SeL). Da “solo” Rizzo valeva il 26.75% (2.561 voti). Con l’appoggio degli alleati, l’avvocato riuscì a volare sino al 51.39% (4.205 voti), benché la distanza con Rollo non fosse abissale (48.60% per 3.976 preferenze). Quella vittoria significò molto per San Pietro Vernotico, giacché i cittadini chiedevano a gran voce di staccare la spina all’egemonia partitica “romana”. Inutile dire quanto l’inizio della fine per il PD, probabilmente, iniziò con la prima vittoria di Rizzo.
Venne poi il 2015. Una campagna elettorale non proprio efficiente ed una scelta largamente opinabile della “base” non regalò a Rizzo il risultato sperato. Abitanti 13.994 per 12mila811 elettori, l’avvocato guadagnò il 40% (3.406 voti). Maurizio Renna (chi?), forte dell’appoggio granitico del Partito Democratico a trazione “romana” raggiunse il 51.42% (4.368 voti). Ecco, se proprio si deve parlare di “plebiscito” sarebbe più giusto portare questo esempio. Non certo l’ultimo risultato.
Amministrative 2018: su un totale di 12.635 elettori, hanno votato 8.115 cittadini (con una percentuale del 64.23%).
Rizzo ottiene il 38.2% (3.048): quasi quanto la precedente tornata elettorale. Quasi, perché l’avvocato ha perso 358 preferenze. Quindi la domanda sorge spontanea: di quale plebiscito “cincischiano” i giannizzeri, “partigiani” e toghe porporate al seguito? Se si dovessero sommare i risultati degli avversari, l’opposizione consta di ben 4.920 cittadini che hanno votato altro. Ciò è sintomatico del fatto che il paese è letteralmente diviso in due. Il (di)nuovo sindaco Rizzo ha vinto per la debolezza degli avversari: la spaccatura del Partito Democratico ha inevitabilmente prodotto dispersione di voti e l’avvocato ha (giustamente, dal suo punto di vista) approfittato di tale “vulnus” partitico. Nulla di più.
Se, invece, si dovesse fare un’analisi più giusta e meritocratica si deve evidenziare che a crescere è stato soltanto il Movimento 5 Stelle: se nel 2015 ha portato a casa solo il 4.42% di preferenze (con 376 voti), il 10 giugno 2018 è riuscito non solo a superare il raddoppio ma financo a portare per la prima volta un consigliere comunale in opposizione. Quindi coloro che, con estrema supponenza e superficialità affermano che “i 5 Stelle hanno floppato”, dovrebbero rileggere i dati e guarire da una certa miopia politica.
Inutile dire che l’unico elemento di novità sia proprio il Movimento sanpietrano. Se sapranno giocare bene le proprie carte in consiglio comunale, portando avanti determinate battaglie all’insegna della trasparenza e dell’onestà intellettuale (vedendo le altre opposizioni non dovrebbe risultare loro difficile) potranno realmente essere il contrappunto con la vecchia guardia della politica sanpietrana. Vecchia guardia di cui ormai fa parte anche Rizzo stesso.
I Pentastellati, contrariamente a quanto affermano cortigiani e vecchi gufi, potranno davvero riuscire a portare al loro fianco l’altra metà del paese opposta a Rizzo. L’importante è volerlo e non cadere nella litigiosità fra meet-up. Litigiosità che, ad esempio, è riuscita a far scindere il grande meet-up in quel di Siena. Un consiglio (in)utile e soprattutto non richiesto: siate unitivi e non divisivi, sia fra voi che fra gli altri elettori che non hanno votato M5S. Il resto verrà da sé.

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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