CANILE TORCHIAROLO: IL SINDACO “DISINFORMAZIONE E MALAFEDE”

il sindaco di Torchiarolo, Giovanni Del Coco

il sindaco di Torchiarolo, Giovanni Del Coco

TORCHIAROLO – Riceviamo e, per dovere di cronaca, riportiamo in maniera integrale il comunicato stampa a firma del sindaco di Torchiarolo Giovanni Del Coco il quale esprime il proprio parere sul caso “canile Rinalda” che tanto ha fatto discutere nella passata settimana:

“Rispondiamo solo oggi, con alcune puntualizzazioni, alle tante polemiche sollevate sul “caso” canile municipale, perché abbiamo ritenuto opportuno far passare qualche ora al fine di ritagliarci un punto di osservazione e di descrizione della vicenda dettato meno dall’impulsività e, invece, più dalla realtà dei fatti e degli atti.
Un “caso”, quello del canile, fatto di niente e scaturito solo dal combinato disposto di vari elementi deleteri: ripicche personali di chi ha fatto da “fonte della notizia”; protagonismo di giornaletti scandalistici e di penne intinte nell’inchiostro della disinformazione, della scarsa etica professionale e della voglia di scoop; strumentalizzazioni dettate da interessi politici e, in qualche caso, anche economici. Certo, non neghiamo che alcuni dei concittadini e non, che hanno in questi giorni contribuito a diffondere un clima da caccia alle streghe, siano stati legittimamente mossi solo da una sincera preoccupazione per le condizioni dei cani ospiti. Dispiace però che, anche loro, si siano solo resi strumenti, sia pure inconsapevoli, di chi vuole squallidamente “lucrare” da questa vicenda.
Per capirne la vera genesi è sufficiente porre attenzione, farsi qualche domanda e darsi anche la relativa risposta, sugli improvvisati “registi e cineoperatori” del famoso video scandalo (= le succitate ripicche personali). Basti pensare al contenuto delle dichiarazioni riportate in data odierna da una testata locale, dalle quali traspare l’esistenza di motivi di risentimento personale con un dirigente del Comune. Poi bisognerebbe porre la stessa attenzione, farsi le stesse domande e cercare anche le relative risposte, su qualcuno/a dei più attivi/e a cavalcare questa tigre sdentata (= le succitate strumentalizzazioni dettate da interessi politici e, in qualche caso, anche economici).
Se ciò fosse stato minimamente fatto si sarebbe adeguatamente valutata la scarsa attendibilità degli uni e degli altri (il non averlo fatto è indice della succitata disinformazione e scarsa etica professionale: si è arrivati persino a confondere il ventennale canile municipale con un erigendo canile privato). Basti pensare che tra i più attivi in questa insincera sensibilità verso gli animali, ci sono stati e ci sono figli, figlie e coniugi di ex amministratori che solo oggi scoprono il canile municipale (che esiste, appunto, da vent’anni), come se fosse stato costruito l’altro ieri o come se le sue strutture e condizioni fossero, nel tempo, cambiate. Delle due l’una: o il canile è sempre stato il descritto lager, e non si capisce come mai questi soggetti non abbiano sensibilizzato i propri genitori amministratori ad una maggiore cura, oppure non lo è mai stato e allora il tutto si inquadra nella perversa battaglia politica cui qualcuno è abituato. Del resto, è noto come, nel corso degli ultimi anni, siano state chiuse, dagli organi competenti, tanti altri canili comunali di paesi e città vicine e non. Tuttavia, in alcuni casi, si cade addirittura nell’assoluto paradosso, che raggiunge il ridicolo, di personaggi inneggianti nel loro profilo facebook al ventennio fascista, i quali hanno la faccia tosta di accusare quest’Amministrazione di aver trasformato il canile in un lager!
Giusto per fornire qualche informazione a chi è veramente interessato a saperne di più, è opportuno fornire qualche chiarimento sul funzionamento del canile “Rinalda” che è strutturalmente suddiviso in una parte dedicata al canile sanitario (di gestione Asl, nella quale stazionano i cani in entrata per essere controllati, vaccinati etc.) e in un’altra parte (di competenza comunale), nella quale i cani, dopo i suddetti prescritti trattamenti sanitari, trovano rifugio, divisi per taglie e altre classificazioni secondo le indicazioni del medico veterinario. Nel rifugio comunale i cani sono accuditi, dal punto di vista della pulizia, da operatori comunali i quali ogni giorno provvedono alla pulizia e alla distribuzione di cibo e acqua, e, dal punto di vista sanitario, da un medico veterinario convenzionato col Comune.
Il Comune ha inoltre una seconda Convenzione con una ditta di auto spurgo per lo smaltimento dei rifiuti speciali e una terza Convenzione per lo smaltimento delle carcasse animali. Il tutto con un impiego di risorse che, per ovvie esigenze di bilancio, sono limitate e vengono normalmente utilizzate per soddisfare priorità relative alla cura ed alla nutrizione degli animali (cibo, ispezioni veterinarie, medicinali, etc.) e, gradatamente, aspetti relativi al decoro della struttura.
Il Canile è sottoposto ad ispezioni periodiche da parte della Asl e a visite quasi quotidiane da parte dei medici veterinari Asl che si occupano del canile sanitario.
Ad ottobre u.s. c’è stato l’ultimo controllo da parte dei Carabinieri dei Nas, i quali hanno sì fatto delle prescrizioni, prontamente ottemperate, che riguardavano comunque piccoli interventi strutturali (sostituzione di qualche piastrella rotta, la pitturazione del laboratorio, etc) e non certo le condizioni di vita degli animali.
Nel secondo semestre 2012 ci sono state ben due ispezioni delle Guardie zoofile che nulla hanno rilevato in merito al presunto lager.
Si è scritto che le scodelle per il cibo sono poche, ragion per cui pochi cani mangerebbero e tutti gli altri resterebbero a digiuno. Eppure, i cani (tutti) sono stati trovati dalle ispezioni in buona salute e ben nutriti. Del resto tale condizione dei nostri cani è stata ben testimoniata dalle riprese fatte alle ore 9.00 della stessa mattinata (non di un mese dopo!) del presunto scoop da un’emittente televisiva locale che ha voluto giustamente e immediatamente sincerarsi delle vere condizioni dei cani che il giornaletto scandalistico aveva denunciato essere di fame e di maltrattamento. Si è, tra l’altro, riscontrato che non solo la quantità del cibo distribuito ai cani è più che sufficiente ma anche che la sua qualità è addirittura superiore alla media (28% di contenuto proteico contro una media solita del 20%).
Nè risponde al vero che non è stato consentito ai volontari di prestare il loro aiuto nella gestione del canile. Gli è stato solo richiesto, invano, che si munissero dei requisiti richiesti dalla legge e dal buon senso, a partire da un’assicurazione a tutela degli stessi volontari e di tutti i cittadini di Torchiarolo che, altrimenti, in caso di danni e incidenti, si troverebbero a pagarne le conseguenze economiche. Tra l’altro l’Ordinanza ministeriale 16 luglio 2009, nel <<prevedere l’accesso alla struttura e la presenza delle associazioni, onlus o enti morali aventi come finalità la protezione degli animali>> la circoscrive alle associazioni riconosciute in conformità alla vigente normativa regionale. Ebbene, la nostra normativa regionale (L. 12/95), la cui presunta violazione qualche benpensante animalista sbandiera in ogni intervista, all’art. 13 prescrive una serie di requisiti che non ha ancora, sia pure a ciò invitato, dimostrato di possedere. Qualora finalmente lo facesse non avremmo alcun problema, tramite convenzione, ad autorizzarlo all’assistenza dei cani del “Rinalda”.
Siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, anche dei volontari veramente sensibili alle condizioni dei cani (e scevri, però, da secondi fini) possano approntarsi miglioramenti nella gestione del nostro canile. E ci auguriamo che ciò possa al più presto avvenire.
Intanto, però, grazie alla brutta pagina di rappresentazione del paese che qualcuno ha pensato bene (si fa per dire) di scrivere a proposito di questa vicenda, la cui eco è arrivata in tutto il territorio nazionale, c’è stato un danno d’immagine incalcolabile che, come al solito, rischiano di pagare gli incolpevoli cittadini. A loro e nostra tutela abbiamo già dato mandato ad un legale, affinchè ognuno si assuma la responsabilità della propria leggerezza e/o malafede.
Apprendiamo intanto che si stanno organizzando iniziative di sensibilizzazione e collette pro-canile di piazza. Crediamo che le manifestazioni di sensibilità siano sempre e comunque da apprezzare, persino quando non siano sincere, come succederà per qualcuno dei manifestanti. Ci permettiamo di suggerire, al contempo, che almeno la stessa doverosa sensibilità si rivolga alle esigenze di alcuni paesi delle zone terremotate dell’Emilia i cui residenti, proprio ieri sera lo annunciava una tv nazionale, mancano ancora di coperte e di altri generi di prima necessità.
Senza contare che, chi fa l’Amministratore ha la possibilità di verificarlo ogni giorno, sempre più famiglie, anche del nostro paese, in questo periodo più che mai, hanno vere difficoltà a mettere ogni giorno un piatto in tavola.”

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

Un commento:

  1. io dico solo una cosa…vergognaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…

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