EFFETTI COLLATERALI: LEGGERE LE AVVERTENZE PRIMA DELL’USO

Genere: Drammatico/Thriller
Attori: Jude Law , Rooney Mara, Catherine Zeta-Jones, Channing Tatum
Regista: Steven Soderbergh
Musiche: Thomas Newman
Anno: 2013
Durata: 106 min
Voto: **1/2

locandina

 

Emily Taylor (Rooney Mara) è una ragazza che soffre di depressione e combatte ogni giorno tra la vita e la morte. In seguito ad un tentato suicidio viene ricoverata in ospedale, lì conosce lo psichiatra Jonathan Banks (Jude Law). Incomincerà così un periodo di cure con diverse sedute private. Banks entrato in contatto con la dottoressa Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones) , ex psichiatra di Emily, si lascia consigliare un nuovo e più efficace psicofarmaco, l’Ablixa, per la sua nuova paziente. Tale farmaco avrà degli spiacevoli effetti collaterali sconvolgendo la vita di Emily e Martin (Channing Tatum), suo marito.
“Leggere attentamente il foglio illustrativo, è un medicinale con effetti collaterali, può causare gravi conseguenze”: sono questi i messaggi sfuggenti ed impercettibili che molte pubblicità sui medicinali ci propinano al concludersi delle stesse alla velocità della luce.
Dunque ciò che molto spesso passa inosservato sono proprio le avvertenze e gli “effetti collaterali”, il film di Soderbergh ci medita su.
Profonda critica alle case farmaceutiche che si preoccupano più degli incassi e dell’appetibilità dei prodotti e meno dei consumatori. Il regista riflette sull’abuso, molto diffuso in America ma di recente anche in Italia, che si fa dei medicinali. Mette in evidenza, esaltandoli, gli effetti collaterali scaturiti da una massiccia presenza di sostanze psicoattive.
Soderbergh coglie, come pochi, i veri temi d’attualità che, molto spesso, si nascondono sotto una fitta cortina di fumo e li mette alla luce del sole, costruendoci su un film.
Lo stile narrativo, per certi aspetti hitchcockiano, è il classico puzzle psicologico, con il progredire del film i tasselli mancanti si incastrano e si riesce a percepire un’immagine sempre più nitida, non mancano i colpi di scena e la suspense.
Tuttavia la sceneggiatura, scritta da Scott Z. Burns, sul finale non ha una scrittura perfettamente logica e il film si chiude con l’unica soluzione possibile. Si perde il raccoglimento iniziale e la trama si sbroglia troppo rapidamente.
La figura dello psichiatra, per molti simbolo di certezza, in cui riponiamo i nostri dubbi ed ansie, viene messa in discussione e perde quell’aurea di certezza e conforto passando paradossalmente da “medico a paziente”. Il regista ci racconta il cammino di un uomo che si sente tradito dalla sua razionalità e dalla ragione, è il racconto di quella certezza/ incertezza che è la medicina.
Il film non è solo questo, anche se, solo accennato, c’è il tema delle speculazioni finanziarie, poi la depressione e l’instabilità della psiche umana.
Dunque Soderbergh da un lato tratta la critica farmaceutica dall’altro quella umana.
Ritmi lenti, inquadrature ben eseguite, grandangoli, sfumature, movimenti di camera ben studiati: il tipico Soderbergh, direttore anche della fotografia sotto lo pseudonimo Peter Andrews.
Effetti Collaterali mette alla prova, ancora una volta, Jude Law che entra perfettamente nel personaggio. Molto brava Rooney Mara, personaggio difficile da interpretare ma con il suo sguardo innocente e la sua gracilità ha saputo conquistare lo spettatore aggiudicandosi credibilità, meno brava Catherine Zeta Jones.
Un buon Soderbergh dunque, non sempre al cinema si affrontano “temi scottanti” e scomodi che di sicuro fanno aprire gli occhi.

di Michele De Lorenzo

Marco Marangio

giornalista pubblicista, dottore in Lettere Moderne, amministratore del blog Prima Pagina, autore di "Percorsi" (Albatros Il Filo, 2010) e di "Matteo Renzi - La parola sono io (Effigi editore, 2018)

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